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Forza Italia ci prova: “Subito alle urne, si voti assieme alle Europee”

Andare alle urne a giugno, in contemporanea con le elezioni europee: Forza Italia ci prova. E Grillo è in agguato.
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A lanciare il tema è ovviamente Silvio Berlusconi: "Il governo non è più eletto dal popolo, il 24 maggio è il giorno in cui si voterà per l'Europa, chiediamo di avere la possibilità di avere lo stesso giorno elezioni per l'Italia”. Parole che concretizzano quella che è la linea che Forza Italia intende portare avanti dopo lo strappo con il Governo Letta, la fine dell'esperienza del Popolo della Libertà e l'abbandono della maggioranza parlamentare. A riassumere in maniera più chiara la questione è Renato Brunetta, in una intervista a Radio Uno: "Subito dopo l'Epifania la Corte costituzionale pubblicherà la sua sentenza, da cui deriverà la nuova legge elettorale, proporzionale pura. Allora, delle due l'una: o ci teniamo la proporzionale pura, però allora il vecchio Parlamento è delegittimato, perché non esiste più il premio di maggioranza e si va a votare al più presto con la proporzionale pura; oppure questo stesso Parlamento, perché la Corte gentilmente, graziosamente, lo consentirà, cambierà la proporzionale pura, come dicono tutti i partiti, e la trasformerà in un maggioritario bipolare. […] E in ogni caso, il Parlamento delegittimato, in un caso e nell'altro, deve portarci nel più breve tempo possibile a nuove elezioni. L'election day con le elezioni europee si può fare, si devono fare insieme, tra l'altro, cosa non da poco, si risparmiano 300-400 milioni di euro".

Insomma, Forza Italia sposa in pieno la tesi del Parlamento delegittimato e spinge per uno scivolamento morbido verso nuove elezioni, contando su "inusuali comunanze" con le altre componenti dell'opposizione parlamentare. Del resto l'ipotesi che di fronte al persistere dello stallo le opposizioni possano trovare un terreno d'azione comune non è da scartare. Il punto piuttosto è cercare di capire quali possano essere le reali possibilità per un voto anticipato, tenendo conto di una serie di fattori. In primo luogo, bisogna considerare quali saranno le disposizioni della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, ben sapendo che la dichiarazione di incostituzionalità del premio di maggioranza e dell'assenza di preferenza basta ad abbattere le fondamenta del Porcellum e non consentirebbe di andare alle urne con un sistema elettorale "sensato". E consci del fatto che la revisione, anzi a questo punto la riscrittura, della legge elettorale (che partirà dalla Camera) rappresenterà un banco di prova decisivo per la tenuta dell'asse Alfano – Letta.

C'è poi la questione della leadership di Forza Italia. Se infatti non è in discussione la posizione di vertice del Cavaliere all'interno del partito (e ci mancherebbe altro…), completamente diverso è il discorso della guida della formazione in campagna elettorale, considerando la sua non candidabilità. E se c'è ancora chi pensa ad una discesa in campo della figlia Marina, sono in molti a suggerire prudenza e "tempo ulteriore" per riorganizzare al meglio la macchina elettorale. Poi bisognerà capire cosa intende fare Matteo Renzi e come evolverà il suo rapporto con il Presidente del Consiglio Letta. Difficile che il Sindaco di Firenze accetti di recitare il ruolo della comparsa mentre Letta mette in sicurezza il Paese e guida il semestre di Presidenza europea, certo. Ma allo stesso modo non si capisce quali possano essere i margini per porre fine al Governo senza ripercussioni clamorose all'interno del partito. Ma soprattutto, anche in questo caso, tutto sembra ruotare intorno alla legge elettorale. Infine c'è Grillo. Il cui consenso cresce ogni volta che lo scontro si radicalizza e il Governo tentenna. E questo lo sanno bene sia il Cavaliere che la coppia Renzi – Letta.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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