Fondi pubblici e spese facili, i Pm indagano sui senatori leghisti
Carroccio nuovamente nella bufera a causa di presunte irregolarità nella gestione dei fondi pubblici dopo lo scandalo Belsito che ha travolto molti dirigenti del partito. Secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, infatti, la Procura di Roma avrebbe aperto un'inchiesta per far luce su alcune spese facili del gruppo della Lega Nord alla Camera nel corso della legislatura appena conclusa. Sempre secondo il racconto del quotidiano, nel mirino ci sarebbero anche due leader del gruppo, i senatori Calderoli e Bricolo, verso i quali sarebbero stati elargiti cospicui fondi extra per attività private e spese varie. L'inchiesta dei Pm romani, ancora alle prime battute e dunque con ancora molti dubbi, partirebbe dalle dichiarazioni rese ai magistrati dalla segretaria del tesoriere del gruppo della Lega nord, Manuela Maria Privitera, già sotto inchiesta per lo scandalo fondi pubblici e tra i pochissimi ad avere gestione piena e diretta dei milioni di fondi pubblici destinati al Carroccio a Palazzo Madama, circa tre milioni di euro all'anno. Nella deposizione dell'assistente del senatore Piergiorgio Stiffoni emergerebbe un quadro fatto di stipendi extra ai leader del gruppo, spese private a carico del partito e compensi extra anche per segretarie e collaboratori esterni dei senatori. La maggior parte di queste spese, secondo la deposizione rivelata da Repubblica, sarebbero avvenute in nero compreso lo stipendio extra per Calderoli che ogni mese si recava a prelevare i suoi 2mila euro in contanti. Tra le altre cose viene ricordato il pagamento dell'affitto al capogruppo e la copertura della sua carta di credito oltre a svariati assegni girati a collaboratori e personaggi legati al gruppo senza specificarne il motivo.