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Fondazione Open, Renzi: “Pm non sono credibili, non mi fido di loro, ma non faccio come Berlusconi”

Nella puntata di questa sera di Porta a Porta Matteo Renzi si difende dopo la notizia del rinvio a giudizio per l’inchiesta sulla Fondazione Open: “Sono assolutamente certo che non c’è nessun reato. Sono tre anni che ci fanno il processo sui giornali, finalmente andiamo in un’aula di tribunale. È un processo politico alla politica”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader di Italia viva Matteo Renzi, è intervenuto questa sera a Porta a Porta, dopo la notizia del rinvio a giudizio nell'ambito dell'indagine sulla fondazione Open: oggi i pm di Firenze hanno chiesto il processo per l'ex premier e per altre dieci persone, tra cui i parlamentari Maria Elena Boschi e Luca Lotti e l'imprenditore Marco Carrai. Ricevuta la notifica della richiesta di rinvio a giudizio il leader di Italia viva ha reagito firmando una formale denuncia a carico del procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo e dei due magistrati titolari delle inchiesta, l'aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi. I reati che gli vengono contestati sono finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’udienza preliminare è fissata per il 4 aprile.

"Il 5 aprile, il giorno dopo il rinvio a giudizio su Open, uscirà un libro in cui scrivo tutto, così se mi succede qualcosa è tutto agli atti", ha detto. "Tiro fuori tutti i tentativi di dossieraggi, di attacchi, di inchieste che hanno riguardato me, roba di servizi segreti…. Scrivo tutto, tutto". 

"I soldi sono bonificati e chiari, ma la tesi della Procura, dopo anni di indagine, è che la Leopolda non sia stata organizzata da una fondazione ma da un partito. Io sono assolutamente certo che non c'è nessun reato. Sono tre anni che ci fanno il processo sui giornali, finalmente andiamo in un'aula di tribunale. È un processo politico alla politica", ha detto ancora Renzi, durante la registrazione della puntata di ‘Porta a porta' che andrà in onda a breve.

"Siccome io sono stato premier e ho il dovere di rispettare le istituzioni, devo dire che credo nella magistratura ma non mi fido di questi magistrati e li denuncio –  ha aggiunto -. La legge è uguale per tutti, anche per i magistrati e siccome sono convinto che abbiano violato alcuni articoli di legge, chiedo che siano processati per abuso di ufficio e violazione della norma costituzionale". Secondo il senatore i magistrati avrebbero violato l'articolo 68 della Costituzione sulle prerogative dei parlamentari, la legge 140/2003 e commesso abuso d'ufficio. "Tra l'altro il procuratore Creazzo è stato sanzionato dai suoi colleghi del Csm per aver molestato sessualmente una donna", ha detto davanti alle telecamere di Rai 1.

Renzi ha inoltre ricordato i trascorsi di Nastasi, che è stato accusato di aver inquinato la scema del crimine della stanza di David Rossi. "Domando alla magistratura italiana: vi sembra normale che l'azione penale sia esercitata da persone con questa credibilità? Se ci sono questi comportamenti è evidente che la gente non crede più alla magistratura". 

"Nelle inchieste su Grillo e Casaleggio, ma anche con Giuseppe Conte per una vicenda precedente all'assunzione del ruolo di primo ministro, i magistrati sono stati molto seri: non hanno perquisito ma hanno chiesto le carte, non hanno preso i telefonini, ma hanno chiesto i documenti. Io ho citato gli articoli di legge che ritengo i magistrati abbiano violato, non faccio come Berlusconi ‘i magistrati sono tutti comunisti'", ha detto ancora imitando anche la voce del Cavaliere per rafforzare la sua tesi.

Renzi dice che se il Pd sceglie il campo riformista è "casa" sua

L'intervista di questa sera è anche l'occasione per parlare dei progetti politici del senatore. "Non si organizza un partito politico sommando leader o presunti tali, non si va da nessuna parte mettendo insieme gruppi dirigenti, una accozzaglia di ambizioni personali", ha detto Renzi parlando della creazione di un terzo polo al centro con Giovanni Toti.

"La destra si sta inchiodando sul sovranismo, a sinistra bisognerà che decidono cosa fare da grandi: il Pd deve capire che gioco vuole giocare. Se la sinistra di Landini sta con Letta, fatalmente sposta il Pd a sinistra e per il centro si aprono praterie. Se invece Letta fa un ragionamento riformista, serio, come Scholz, Macron, Obama, Blair allora non è un campo largo ma l'area riformista, e quella è casa mia da sempre". Secondo il ragionamento del senatore in questo campo riformista ci starebbe anche il governatore della Liguria.

"Tutti dicono che Renzi sta col Pd se il Pd molla i Cinque Stelle. Ma il M5s si è già mollato da solo, è finito". Il discrimine, per Renzi, è cosa farà il Pd: "Se l'approdo di Letta è il massimalismo con Landini e Fratoianni, o se è il riformismo. Toti, Carfagna, Gelmini, Beppe Sala, Antonio De Caro… Questo mondo c'è e io vorrei costruire un'area contro il populismo della destra, e contro i massimalisti di sinistra. Se il Pd ci vuole stare è un film, se invece non ci sta il Pd allora è un'altro film, ma è un'area che c'è, a prescindere da Renzi e Toti". Renzi cita "ministri di Forza Italia, ministri del Pd, governatori della Lega come Zaia e Fedriga. Anche Salvini deve decidere se fare Meloni o l'uomo del Ppe". E in questo quadro "il mio premier ideale si chiama Mario Draghi".

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