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Fondazione Gimbe lancia l’allarme: “Crollano i nuovi vaccinati, 41% in meno in due settimane”

Nel suo monitoraggio settimanale la Fondazione Gimbe lancia l’allarme sul netto calo di nuove vaccinazioni: il 41% in meno nelle ultime due settimane. Notizie positive, invece, sull’andamento della curva epidemiologica: sono in calo i nuovi contagi, i ricoveri e le terapie intensive, mentre restano stabili i decessi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Calano i nuovi casi, i ricoveri e le terapie intensive, mentre restano stabili i decessi. Ma a preoccupare è l’andamento della campagna vaccinale, con un netto decremento delle persone che ricevono la prima dose nelle ultime due settimane. Sono questi gli elementi evidenziati dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe: da un lato l’incidenza dei contagi e il numero di ricoveri sembra essere di buon auspicio, mentre dall’altro preoccupa il rallentamento delle vaccinazioni, anche in vista del 15 ottobre, quando il green pass diventerà obbligatorio su tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati.

In calo contagi, ricoveri e terapie intensive

Nel monitoraggio della settimana che va dal 15 al 21 settembre Gimbe sottolinea il calo di tutte le curve, tranne quella dei decessi (che è stabile). I casi scendono del 14,9%, passando da quasi 34mila a meno di 29mila. I ricoveri sono in calo del 5,5%: da 4.165 a 3.937. Scendono del 6,9% le terapie intensive: da 554 a 516. Stabili i decessi: +1,3%, da 389 a 394. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, spiega: “Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali, sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.097”. Solo in quattro Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in solamente 35 province si ha un’incidenza pari o superiore ai 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti. In nessuna si supera il valore dei 150 contagi.

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Gimbe lancia allarme su calo nuovi vaccinati

Le scorte di vaccino non mancano, con oltre 10 milioni di dosi a disposizione, ma i nuovi vaccinati sono scesi del 41% in due settimane, avverte la Fondazione Gimbe. Calano, in generale, le somministrazioni settimanali: sono 1,48 milioni, con una media mobile di 212mila inoculazioni al giorno. E, soprattutto, sono solo 486mila i nuovi vaccinati in questa settimana. Cartabellotta sottolinea che “il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo la timida risalita di fine agosto (831mila), nell’ultima settimana è crollato intorno a quota 487mila. Stante l’attuale e ingiustificata indisponibilità pubblica di dati sulle prenotazioni non è possibile sapere in che misura questi numeri saliranno nelle prossime settimane per effetto dell’estensione dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro”.

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Il 75% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e quasi il 70% ha completato il ciclo vaccinale. L’esitazione maggiore in questi ultimi giorni si registra tra gli over 50, mentre frenano anche le somministrazioni nella fascia 12-19 anni, in cui ancora quasi 1,5 milioni di giovani non ha ricevuto nemmeno una dose. Tra gli over 50 l’89,5% ha ricevuto almeno la prima dose ma l’incremento settimanale è solo dello 0,6%. Inoltre ci sono 3,7 milioni di over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale e 2,88 milioni senza neanche una dose. Le nuove vaccinazioni, invece, crescono maggiormente nelle fasce dei 20enni e dei 30enni, anche se a ritmo meno sostenuto che in passato. Si registrano, inoltre, segnali di frenata nella fascia 12-19 anni.

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I punti critici della scuola per Gimbe

Nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio”, sottolinea Cartabellotta. Che spiega, però, come sia “possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale combinando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale”. Vengono, però, segnalati alcuni nodi da affrontare per tentare di ridurre l’impatto della riapertura delle scuole sulla curva dei contagi. Gimbe segnala che 1,46 milioni di ragazzi (il 32%) non ha ricevuto nemmeno una dose, a cui aggiungere il 5,9% (circa 90mila) del personale scolastico. Citando uno studio dei Centers for Disease control and prevention, inoltre, la Fondazione spiega perché abbandonare le mascherine obbligatorie in classe sarebbe una decisione “non basata su evidenze scientifiche”. Infine, tra i punti critici si segnala anche il distanziamento non obbligatorio in classe e la necessità di uno screening periodico.

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