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Folla in piazza contro il ddl Sicurezza, Schlein e Conte: “Peggio del codice Rocco fascista”

A Roma, come in altre città italiane, molte persone sono scese in piazza per protestare contro il ddl Sicurezza approvato dalla Camera. Il ddl introduce numerosi nuovi reati o aggravanti che colpiscono soprattutto le manifestazioni. Al presidio, organizzato da Cgil e Uil, hanno preso parte anche numerosi leader dell’opposizione.
A cura di Luca Pons
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Il presidio organizzato a Roma da Cgil e Uil ha attirato più adesioni del previsto, tanto che la folla ha dovuto spostarsi da piazza Vidoni, vicino al Senato, alla più grande piazza Navona. I sindacati, ma anche numerose associazioni, studenti e esponenti dell'opposizione hanno protestato contro il ddl Sicurezza, la misura approvata dalla Camera e passata al Senato che introdurrebbe circa venti nuovi reati o aggravanti. In molti casi, si tratta di misure che andrebbero a colpire le manifestazioni di protesta.

Come detto, hanno partecipato anche diversi leader dell'opposizione. La segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato di "norme liberticide, che vogliono reprimere duramente il dissenso, anche quando manifestato pacificamente", leggi che in alcuni casi hanno "dei profili per noi di incostituzionalità, come quelle dei reati commessi vicino alle stazioni". Un ddl che "non porta più sicurezza, ma più repressione", con "norme più repressive del codice Rocco", il codice penale varato nel 1930 in Italia, "dettate da una furia ideologica".

Era presente anche Giuseppe Conte, che ha concordato, parlando di norme che "ci portano indietro nel tempo, peggiorano addirittura il codice penale Rocco introdotto in epoca fascista". Introducono "venti nuovi reati, inaspriscono pene già esistenti, ma solo in una direzione, per la gente comune, per chi manifesta dissenso politico, per chi esprime resistenza passiva, mentre invece creano spazi di sempre maggiore impunità per la classe politica". La proposta del leader del M5s è di "investire risorse finanziarie serie per rafforzare veramente la sicurezza, le operazioni delle forze di pubblica sicurezza e soprattutto per migliorare i servizi sociali".

Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato di Avs, ha detto che il ddl "manderà in galera gli operai che manifestano per il proprio posto di lavoro, gli studenti che manifestano per la loro scuola e per i loro diritti, gli eco-attivisti", perché "criminalizza il dissenso". Uno "scempio autoritario ed indecente". Ha rincarato la dose Angelo Bonelli, a sua volta deputato di Avs e portavoce di Europa verde: "C'è una svolta autoritaria e fascista nel nostro Paese", oltre al fatto che "15mila lavoratori che coltivano la cannabis light per le saponette si trasformeranno in narcos".

A lanciare la manifestazione sono stati Cgil e Uil. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha detto che "la vera sicurezza non è impedire alle persone di dire quello che pensano, la vera sicurezza è colpire gli evasori, è dare uno stipendio dignitoso". E ancora: "Abbiamo chiesto al governo di bloccare il decreto sicurezza, che ci sembra la cosa più assurda che si possa fare". Il segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha concordato: "La risposta nostra sarebbe ‘arrestateci tutti'. Tante manifestazioni di lavoratori e di lavoratrici hanno fatto grandi battaglie pacifiche rivendicando posti di lavoro e soluzioni. Pensare che queste battaglie, in un periodo in cui c'è una crisi industriale, in un periodo in cui si perdono i posti di lavoro, possa essere recuperata e compressa con la galera, è una scelta sbagliata, assurda e autoritaria".

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