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Fmi: “Economia globale in ripresa, solo l’Italia in controtendenza” e taglia le stime Pil

Nel rapporto World Economic Outlook pubblicato stamane dal Fondo Monetario Internazionale, viene evidenziata la ripresa globale dell’economia, in particolare di quella dei grandi paesi avanzati. Una situazione che però non riguarda l’Italia, che appare in controtendenza.
A cura di Charlotte Matteini
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Nonostante l'economia mondiale stia dando segnali di ripresa, l'Italia continua a crescere in maniera sensibilmente inferiore rispetto ad altre grandi economie avanzate. Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, nel rapporto pubblicato oggi – il World Economic Outlook – ha tagliato le stime di crescita del Belpaese, sostenendo che nel 2017 l'Italia crescerà dello 0,7%, e non dello 0,9% come precedentemente prospettato nell'ottobre scorso, e dello 0,8% nel 2018, ovvero uno 0,3% in meno rispetto alle stime precedenti. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il quadro mondiale prevede una crescita del 3,4% per l'anno 2017 e del 3,6% per il 2018, previsioni sostanzialmente invariate rispetto a quelle pubblicate nell'ottobre 2016. Le economie avanzate, nel loro complesso, "per effetto di una seconda metà del 2016 che è andata meglio delle attese e dell'aspettativa di uno stimolo di bilancio da parte del nuovo Governo negli Stati Uniti" hanno però visto un ritocco al rialzo. Tutte, meno che quella italiana. "Il panorama economico globale ha cominciato a cambiare nella seconda metà del 2016. È più probabile che si realizzino le nostre previsioni di ripresa mondiale. Ma l'incertezza è aumentata", ha spiegato il capo economista Maurice Obstfeld.

Secondo gli analisti del Fondo Monetario Internazionale, dopo il rialzo dei tassi d'interesse americani, i rendimenti a lungo termini sono cresciuti in tutta europa di 35 punti base in Germania e di 70 in Italia, un ampio distacco causato "dall'alta incertezza politica e sul settore bancario". Secondo il Fmi, infatti, fra i rischi che può correre l'economia globale ci sono soprattutto "una continua caduta della domanda privata e progressi inadeguati sulle riforme potrebbero portare a una crescita e a un'inflazione permanentemente più basse, con implicazioni negative per la dinamica del debito", analisi che riguarda soprattutto i Paesi con problemi di bilancio, come appunto l'Italia. Inoltre, sempre per quanto riguarda l'ottica globale, "l'incertezza sulle politiche della nuova amministrazione Usa e sulle sue ramificazioni globali è la ragione principale dell'incertezza sulle previsioni" e pesa quindi sull'affidabilità delle stime.

Per quanto riguarda la sola area-Euro, secondo il Fondo Monetario internazionale nel 2017 e 2018 si assisterà a una crescita pari all'1,6%. In particolare, la Germania crescerà dell'1,5% sia nel 2017 che nel 2018, la Francia rispettivamente dell'1,3 e dell'1,6%, la Spagna del 2,3 e del 2,1%. La leva della politica monetaria in aree come quella Euro "deve restare accomodante", secondo gli analisti del Fmi, ma per far crescere la domanda i Paesi dell'area hanno bisogno di un grosso stimolo fiscale, oltre che di riforme strutturali.

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