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Fisco, da settembre il governo abbassa le sanzioni per chi evade le tasse

Due novità, inserite dal governo in un decreto legislativo della riforma fiscale, avranno il via dal 1° settembre 2024. La prima è che chi ha commesso una violazione per “incertezza” sulle norme, se si mette in regola entro due mesi dalla circolare del Fisco che chiarisce la situazione, non paga multe. La seconda è che le sanzioni tributarie saranno più basse.
A cura di Luca Pons
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Da settembre chi non è in regola con l'Agenzia delle Entrate potrebbe avere vita più facile, con l'entrata in vigore di uno dei decreti fiscali del governo Meloni. Infatti, la norma varata quest'anno dall'esecutivo avrà due effetti che diminuiranno le sanzioni: in un caso, si parla di chi ha fatto errori ‘involontari' di interpretazione delle norme, che avrà la possibilità di non pagare alcuna multa; in un altro, invece, di chi ha commesso violazioni come la omessa o infedele dichiarazione, che vedrà la punizione ridotta di molto.

Niente multa per chi si mette in regola entro due mesi

Per quanto riguarda la prima categoria, dal 1° settembre scatterà uno ‘scudo' per chi è colpevole di una violazione involontaria, per così dire. Si parla, perciò, di quelle irregolarità che sono nate perché il contribuente era incerto sull'interpretazione di una norma tributaria, sulla sua portata e su come si dovesse applicare.

In questo caso, se l'incertezza è "oggettiva", cioè si riscontra che effettivamente una normativa poteva lasciare spazio a dubbi, il cittadino potrà aspettare un atto dell'Agenzia delle Entrate (che sia una circolare, un interpello o altro) che ne chiarisce il funzionamento. Solo una volta che questo documento è stato pubblicato, questo potrà effettivamente essere accusato di comportamento scorretto.

Qui entra in gioco lo ‘scudo'. Se il cittadino si mette in regola entro sessanta giorni dalla pubblicazione della circolare, presentando una dichiarazione integrativa e pagando l'imposta in più che era dovuta, sarà esentato dal pagamento di qualunque multa o sanzione.

Sanzioni abbassate per chi evade, più alte per le frodi

In più, lo stesso decreto contiene anche un ridimensionamento delle sanzioni tributarie. Queste vengono ridotte, secondo il principio dichiarato dal governo di una maggiore "proporzionalità", e più in linea con l'entità delle multe in altri Paesi europei.

Le sanzioni tributarie riguardano, ad esempio, chi presenta una dichiarazione dei redditi incompleta, o chi non la manda proprio. Questo coinvolge sia i redditi dei dipendenti, che i sostituti d'imposta e l'Iva. Al contrario, il decreto aumenta le sanzioni per i comportamenti fraudolenti e nei casi di recidiva entro tre atti.

Va chiarito che le multe ridotte saranno valide solo per chi commette queste violazioni dopo il 1° settembre 2024. A chi lo ha fatto in passato, invece, si applicheranno le sanzioni precedenti, che erano più alte. Per fare alcuni esempi, per un omesso versamento delle imposte la multa scende dal 30% al 25% del dovuto. Per chi invece non presenta la dichiarazione dei redditi si passa dal tetto massimo del 240% al 120%, la metà.

Chi non dichiara tutto (con il reato di infedele dichiarazione) vede la sanzione scendere parecchio: prima oscillava dal 90% al 180%, mentre dal 1° settembre in poi sarà fissa al 70%, pur con una soglia minima di 150 euro sotto cui non si potrà calare. Infine, se la dichiarazione incompleta viene integrata in ritardo, ma prima che l'Agenzia delle Entrate abbia fatto dei controlli, la multa è pari al 50% del dovuto.

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