Fisco, cosa succede a chi non aderisce al concordato preventivo
Nessuna "caccia alle streghe" contro il contribuente. Ieri il governo, per bocca del viceministro all'Economia Maurizio Leo, aveva assicurato che avrebbe dato la caccia agli evasori sui social, perché chi evade le tasse è come un terrorista. Oggi il viceministro all'Economia aggiusta un po' il tiro e utilizza parole più morbide: "Nei casi in cui il contribuente non aderisce al concordato non è che faremo una caccia alle streghe, assolutamente no. Mi dispiace se sono stato interpretato in modo diverso nell'audizione di ieri".
Ieri durante un'audizione, parlando del concordato preventivo biennale, Leo aveva detto: "Quello che si deve fare ed è quello su cui stiamo lavorando con l'Agenzia delle Entrate, Sogei, è il cosiddetto ‘data scraping'", passando cioè in rassegna anche i dati sul tenore di vita che professionisti e imprenditori pubblicano sui social.
Oggi torna sul punto, all'evento del Sole 24 ore ‘Telefisco 2024': "Ciò che vogliamo fare è dire al contribuente: ‘Mi spieghi perché c'è un disallineamento tra il reddito che dichiari e gli elementi in nostro possesso?' Se è in grado di dare giustificazione nessuna conseguenza, ma questo rientra nella normale logica di accertamento nell'assoluto rispetto di legge e della privacy".
Con il concordato, "non è che cambierà il rapporto e avremo un fisco che vuole colpire i contribuenti. Vogliamo tendere una mano al contribuenti, fare in modo che si allineino e dichiarino in relazione alla lo capacità contributiva, lo dichiarino gradualmente e, a fronte di questo, abbassare le aliquote", spiega Leo. "Per coloro i quali i non ritengono di doversi adeguare – continua il viceministro – vogliamo acquisire informazioni che potranno formare oggetto di dialogo e, qualora il contribuente è in grado di fornire giustificazioni, nessuna conseguenza si determinerà". Il software sarà elaborato dall'Amministrazione finanziaria "in collaborazione con le categorie. Un eventuale accertamento sarà condotto con meccanismo analitici".
Secondo la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli (Lega), invitata a RaiNews 24 a commentare le parole del viceministro dell'Economia, secondo cui "l'evasione fiscale è un macigno tipo il terrorismo", "Bisogna fare una distinzione tra i cittadini che non sono riusciti a pagare le tasse, e bisogna capire in che modo andargli incontro e chi, invece, dell'evasione fiscale ne ha fatto uno stile di vita".
"Ognuno è responsabile di quello che dice – prosegue Locatelli- Io credo che il governo stia portando avanti una grande riforma fiscale, molto importante e complessa. Sicuramente il compito sarà tenere insieme il fatto di non far aumentare le tasse e il peso già gravoso sui cittadini, rispetto al fatto di contrastare in maniera legittima l'evasione fiscale. Questo non significa una caccia alle streghe ma creare equilibrio tra tutto quello che può servire ai cittadini per poter condurre una vita dignitosa".