Fisco, come funzionano i nuovi controlli anti evasione e la Superanagrafe dei conti correnti
L'Agenzia delle Entrate ha firmato con il governo la convenzione che viene rinnovata ogni tre anni, e che fissa gli obiettivi da raggiungere. Entro il 2025, si prevede di aumentare le entrate dalla lotta all'evasione fiscale di 2,8 miliardo di euro. Uno dei modi per farlo sarà un nuovo sistema di controlli incrociati, tra le varie banche dati fiscali a disposizione delle Entrate e la cosiddetta Superanagrafe dei conti correnti.
Lo ha spiegato il direttore dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, al Corriere della Sera: "Solo a maggio abbiamo completato le attività richieste dal Garante per la privacy per assicurare il corretto utilizzo dei dati personali", ma "in prospettiva, l’Archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti nel nostro Paese".
I primi dati che sono stati estrapolati risalgono al 2017: "Consentiranno di individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi". Un documento pubblicato dall'Agenzia su richiesta del Garante della privacy (per dare la massima trasparenza) ha spiegato poi che i controlli saranno rivolti ai soggetti più ‘pericolosi' a livello tributario. E che l'obiettivo sarà avere il "minore impatto su cittadini e imprese anche in termini di oneri amministrativi".
Anche se si tratta di un processo informatico che per alcuni aspetti è automatico, ci sarà sempre una decisione umana. Ci sono diversi modi in cui il meccanismo può operare. Ad esempio, si può notare che un gruppo di partite Iva dichiarano delle entrate che non tornano, guardando le altre informazioni disponibili (quanto spendono per le forniture, per il personale…). E a quel punto, si osservano i movimenti sui conti correnti per individuare chi è ‘a rischio'.
Ruffini ha detto che l'obiettivo di incassare 2,8 miliardi di euro in più è legato anche al "piano di reclutamento di 11mila funzionari", in parte già avviato con un concorso da 4.500 posti quest'anno. E ha sottolineato che l'aumento di 2,8 miliardi (apparentemente non molto, considerando che l'evasione sfiora i 100 miliardi di euro ogni anno) è "aggiuntivo rispetto ai risultati già conseguiti". Tra questi, un calo di 10 miliardi di euro nell'evasione, in pochi anni, grazie soprattutto alla fatturazione elettronica.
Il direttore ha poi difeso la scelta del governo di eliminare dal Pnrr un obiettivo che richiedeva di ridurre ancora di più l'evasione, perché "la riduzione del tax gap è un obiettivo condizionato da tanti fattori, non solo fiscali. Il mutare repentino degli scenari economici e l’aumento dell’energia incidono sulla liquidità delle imprese e sui livelli di tax gap". Infine, ha contestato l'intervento in cui Giorgia Meloni parlò di "pizzo di Stato": "Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza dei contribuenti è onesta e paga sempre tutto, fino all’ultimo centesimo, anche se non naviga nell’oro. Se vogliamo garantire i diritti fondamentali come sanità, istruzione, ordine pubblico, servono risorse. Ed è questo che fa l’Agenzia".