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Fiorito accusa Storace e Polverini: “Tra loro trattativa per spartizione delle quote”

“Er Batman” rivela i retroscena della prima riunione sul bilancio regionale. Secondo l’ex capogruppo del Pdl fu Francesco Storace – d’accordo con la Polverini – a decidere le quote da distribuire ai gruppi consiliari. “Renata non poteva non sapere”.
A cura di Davide Falcioni
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Franco Fiorito ospite a ''Porta a Porta''

Importanti novità sul caso Fiorito, l'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio accusato di aver sottratto almeno 1,3 milioni di euro dai fondi del partito. Tutto denaro pubblico, trasferito da Er Batman su conti correnti italiani e stranieri per un totale di 193 bonifici e poi spesi prevalentemente per uso privato: ad esempio una jeep per far fronte alle nevicate che coinvolsero Roma lo scorso anno.

Ebbene, mentre si attende il processo per rito abbreviato (tra due settimane), Fiorito sta lanciando gravi accuse a Renata Polverini e Francesco Storace: la prima è candidata nelle fila del Pdl alle prossime elezioni politiche, il secondo invece si gioca la guida della regione Lazio. I due, secondo le dichiarazioni di Fiorito, sarebbero gli artefici di una trattativa sulle quote da consegnare ai gruppi consiliari. Secondo quanto riferiscono alcune fonti giudiziarie, nel suo ultimo interrogatorio, Er Batman ha ricostruito cosa accadde nel corso del primo bilancio regionale della legislatura passata, datato dicembre 2010. Una discussione turbolenta, tutta imperniata sulla gestione delle quote da smistare tra i gruppi. "In quella circostanza  –  racconta Fiorito  –  a gestire la trattativa fu Storace visto che io non parlavo né con la Polverini né con l'assessore al bilancio Stefano Cetica".

Dalla discussione con la governatrice – racconta l'ex capogruppo Pdl – il leader della Destra ritorna in commissione bilancio "con un foglietto che riportava le quote. Questa è la dimostrazione che la Polverini non potesse non sapere" del flusso di denaro che arrivava ai gruppi regionali. Un flusso che veniva accuratamente suddiviso in diversi capitoli di bilancio, ai quali poi attingere per giustificare spese folli. Ad esempio, come racconta Fiorito, "gli 8 milioni di euro per il giardinaggio, le spese telefoniche, le spese di ristrutturazione e quelle di stampa e propaganda". Senza considerare i 100 mila euro distribuiti annualmente a ciascuno dei 71 consiglieri regionali (per un totale di circa 7 milioni di euro).

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