31 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Finisce il trimestre anti inflazione, cosa cambierà per chi fa la spesa da gennaio 2024

Il ministro Urso ha annunciato che dal 1 gennaio 2024 non sarà più attivo il trimestre anti inflazione nei supermercati e negli altri negozi partecipanti. L’obiettivo, ha detto, è stato “raggiunto”. Questo significa che dall’anno prossimo non ci saranno più iniziative per contenere i prezzi concordate con il governo.
A cura di Luca Pons
31 CONDIVISIONI
Immagine

Il trimestre anti inflazione non continuerà nel 2024. L'iniziativa del governo Meloni, che aveva siglato un accordo con supermercati (e altri esercizi) e grande distribuzione per cercare di contenere i prezzi su alcuni prodotti, non andrà oltre i suoi tre mesi previsti (ottobre-novembre-dicembre). Lo ha annunciato il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che aveva coordinato il progetto, in un'intervista al Messaggero.

"Credo proprio finisca qui, ha raggiunto il suo obiettivo", ha dichiarato Urso, rispondendo a una domanda sul ‘carrello tricolore', come è stato chiamato il logo del piano. L'accordo era stato firmato a fine settembre e dal 1° ottobre è iniziato il periodo degli sconti e dei prezzi bloccati, anche se con qualche limite sulla quantità di prodotti effettivamente coinvolti. Era previsto che l'iniziativa durasse fino al 31 dicembre, e il ministro ha confermato che non andrà oltre.

C'era stato scetticismo sulle modalità dell'accordo, dato che lasciava molta libertà alle aziende di decidere quali prodotti promuovere e con quali modalità, quindi non c'erano garanzie sull'effettivo sconto che i clienti avrebbero incontrato. Urso però, nell'annunciare la fine del trimestre, ha detto che il piano ha "raggiunto il suo obiettivo" e che a dimostrarlo sarebbero "i numeri".

Il ministro ha sottolineato che "l’inflazione è scesa allo 0,8% a novembre, sotto gli indici di Germania, Francia e Spagna, mentre un anno fa era all’11,8%". È vero che il tasso d'inflazione sta toccando cifre molto basse, anche se il motivo è legato soprattutto a un'anomalia dello scorso anno sui prezzi di gas e luce. Guardando all'andamento dei prezzi senza tenere conto dell'energia, la discesa dell'inflazione è molto meno netta e non tocca tutti i settori.

Ad esempio, i dati Istat mostrano che l'inflazione degli alimentari lavorati a novembre è al 6,3% (in calo rispetto a ottobre) ma quella sugli alimentari non lavorati è salita al 5,8%. Il "carrello della spesa", cioè l'insieme dei prodotti alimentari, per la cura della persona e della casa, è al 5,8%, mentre era al 6,1% a ottobre e all'8,1% a settembre. Un calo che tiene sempre conto dei prezzi di luce e gas, altissimi un anno fa.

È vero che in generale l'inflazione è calata, anche a prescindere dai prezzi dell'energia. Non è così immediato dire che il calo sia dovuto all'iniziativa del governo, dato che un rallentamento dell'inflazione c'è stato in molti Paesi europei. Proprio come nel caso dei prezzi più bassi della benzina non c'entra il cartello con le tariffe medie imposto dal governo Meloni.

Concretamente, dato che il governo ritiene che il trimestre anti inflazione abbia fatto il suo lavoro (non solo abbassando i prezzi, ma anche "rilanciando i consumi delle famiglie) da gennaio gli sconti si fermeranno. Chi va a fare la spesa – specialmente nei supermercati – non vedrà più i cartellini con il logo del carrello tricolore e i prezzi bloccati o ribassati. Resta da vedere se questo stop avrà un nuovo effetto sull'inflazione.

31 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views