"In relazione a quanto pubblicato nei giorni scorsi dai quotidiani Il Giornale e Libero, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità". Con questa breve dichiarazione del proprio portavoce, il Presidente della Camera Gianfranco Fini interviene nella polemica in merito a due editoriali apparsi prima su Libero e poi sul Giornale. Nel primo, come ricorderete, il direttore Maurizio Belpietro riportava una segnalazione a proposito di un finto attentato ai danni di Fini organizzato allo scopo di denigrare l'immagine di Silvio Berlusconi agli occhi dell'opinione pubblica (circostanza che ha portato il procuratore di Milano ad aprire un'inchiesta e a sentire in audizione il direttore di Libero).
Il giorno dopo, invece, il Giornale aveva svelato l'esistenza di un video con l'intervista a luci rosse di una escort contenente "tredici minuti di racconti dettagliati sui presunti incontri sessuali con la terza carica dello Stato". Si tratterebbe delle confessioni di tale Rachele che, secondo i giornalisti del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, prova da settimane a vendere il video incriminato (in cui si parla anche delle modalità dell'incontro e del compenso ricevuto) al "mercato nero degli scandali". Ovviamente la scelta di riportare "un’intervista che puzza di falso e infamia, un piatto natalizio da dare in pasto agli stomaci foderati del gossip, senza scrupoli né troppi timori di essere denunciata per diffamazione. Senza contraddittorio e soprattutto senza prove, ma avanti il miglior offerente" (sempre Il Giornale), ha mandato su tutte le furie gli esponenti di Futuro e Libertà che insorgono e rilasciano dichiarazioni pesanti nei confronti delle due testate.
E' Italo Bocchino in particolare ad andare giù duro, in una intervista alla stampa nella quale dichiara: "Questa è una persecuzione, chiederò alla Procura di Milano di indagare", anche perchè da troppo tempo ormai Libero e Giornale "violentano la verità" e Belpietro "prima di scrivere del presunto attentato doveva chiamare il portavoce di Fini per chiedere se era prevista una visita ad Andria a marzo. Prima di sparare fandonie sulla escort modenese doveva verificare attraverso la prefettura di Modena se Fini era stato lì nei periodi indicati da chi l'accusa". Quindi la richiesta alla Procura in modo che si valuti il ruolo dell'editore occulto del quotidiano, Silvio Berlusconi: insomma, un'escalation di accuse reciproche e velate minacce che rende bene l'idea del clima che si respira nell'ambiente del centro – destra italiano.