Fini – Berlusconi: siamo allo scontro finale

I tempi in cui i due si scambiavano complimenti ed abbracci al Congresso Fondativo del Popolo della Libertà sembrano ormai lontani anni luce e la rottura definitiva è ormai cosa acclarata. Ormai il "rapporto" fra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi è un lento ed inesorabile stillicidio di dichiarazioni, prese di posizione, critiche, minacce e rimandi di responsabilità. Che sia davvero giunto il "momento di staccare la spina" al Governo Berlusconi è cosa praticamente certa, meno chiaro è chi dei due si assumerà la responsabilità politica di mettere fine allo scontro.

Certo, in tal senso l'uscita di Fini – "Il premier deve rassegnare le dimissioni e aprire la crisi di governo; se non si dimette, noi andremo fuori dal governo" – è un segnale importante e probabilmente decisivo non solo per le sorti del Governo Berlusconi, ma per l'intero sistema politico nazionale. Anche perchè, in attesa dell'incontro fra Umberto Bossi e lo stesso Fini, il Governo è stato di nuovo battuto alla Camera su un emendamento dei Radicali a una mozione che riguardava i respingimenti degli extracomunitari e gli accordi con la Libia, con Fli e Udc che hanno votato a favore (il Governo aveva espresso parere contrario).

Chiaramente il singolo voto non incide più di tanto,anche se va sottolineato che il leghista Gianpaolo Dozzo prima del voto aveva lasciato intendere come l'atteggiamento assunto da Fli su questo emendamento fosse "una prova di sganciamento dei finiani dalla maggioranza". Insomma, rebus sic stantibus, sono molti gli autorevoli analisti che si domandano fino a che punto vi sia ancora spazio per ricucire uno strappo che nei fatti (come nelle parole del resto) sembra definitivo.