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Fine vita, in Veneto in arrivo una circolare: per Zaia serve una legge nazionale sul suicidio assistito

Dopo l’approvazione di una legge in Toscana sul fine vita, il Veneto prepara una circolare per garantire l’accesso al suicidio assistito per i malati in possesso dei requisiti. “Non possiamo fare venti leggi regionali diverse”, dice il presidente Zaia, ma, aggiunge “il fine vita esiste già. C’è la sentenza della Consulta del 2019”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la Toscana, prima Regione italiana a dotarsi di una legge sul fine vita, su iniziativa dell'Associazione Luca Coscioni, anche il Veneto seguirà l'esempio, dotandosi di regole chiare per l'applicazione del suicidio assistito. Ma intende farlo emanando una circolare.

La legge approvata mercoledì in Toscana, che il governo ha intenzione di impugnare perché secondo il centrodestra è incostituzionale, ha lo scopo di garantire ai malati che intendono accedere al suicidio assistito la necessaria assistenza sanitaria nel rispetto dei principi stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019, la sentenza Dj Fabo/Cappato. Si tratta di una norma con carattere procedimentale che detta tempi e modi dell'attuazione del suicidio assistito sulla base di quanto stabilito dalla sentenza della Consulta, in attesa che il Parlamento si decida a legiferare sulla materia, come i giudici chiedono da anni. A quel punto la legge regionale non sarebbe più in vigore.

Tra le novità principali del testo c'è l'istituzione di una Commissione multidisciplinare permanente per la verifica della presenza dei requisiti per l'accesso al suicidio medicalmente assistito e per la verifica o definizione delle relative modalità di attuazione.

Cosa vuole fare Luca Zaia in Veneto per il fine vita

Il governatore Luca Zaia, intervistato da la Repubblica, dice che "Sul fine vita serve una legge nazionale". Non si può rispondere al problema con singole leggi nazionali, secondo il leghista, occorre una normativa unica. E intanto prepara una circolare, per rendere operativa in Veneto la sentenza dj Fabo/Cappato. "Mai fatto guerre di religione – dice a La Repubblica – ma ho guardato sempre in faccia la realtà. Ricorda col Covid? Sono stato il primo a istituire la zona rossa, a chiudere tutto, carnevale di Venezia compreso, mentre altri organizzavano gli spritz…".

Quello della Regione Veneto "non è un regolamento. È una circolare, che dovrebbe fissare delle regole, in quanto il fine vita esiste già. C'è la sentenza della Consulta del 2019. Stabilisce che un malato terminale può fare domanda se sono rispettati questi quattro requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta. In Veneto abbiamo avuto sette domande". La domanda bisogna farla "alle aziende sanitarie. Poi a decidere è un comitato etico".

Secondo Zaia, manca una legge "che stabilisca i tempi: entro quando bisogna rispondere al paziente? Chi può somministrare il farmaco? È come se per l'aborto non si fossero fissati i termini per l'interruzione della gravidanza".

Della legge fatta in Toscana "penso che il governo la impugnerà. Ma il punto è che non possiamo fare venti leggi regionali diverse, tutte a rischio". A chi non la vuole "dico che per coerenza dovrebbero fare una legge per impedire di dare esecuzione alla sentenza della Consulta", di certo, sottolinea Zaia, "non si può nascondere la testa sotto la sabbia. Fare finta che il fine vita non ci sia".

I sondaggi del resto dicono che gli italiani sono largamente favorevoli: "La politica non dovrebbe tenerne conto? Sui temi etici non deve prevalere la casacca politica. Fratelli d'Italia dice che bisogna puntare sulle cure palliative? Sì, noi in Veneto siamo i primi nelle cure palliative. Dobbiamo impegnarci a fare ancora di più…Ma c'è un ma, i malati terminali che chiedono l'accesso alla procedura di fine vita rifiutano le cure palliative, facendo una scelta intima e personale".

Il presidente del Veneto Luca Zaia è sempre stato a favore di una legge sul fine vita. Nel 2023 diceva che la politica dovrebbe rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di scegliere come morire. "Sul fine vita la mia posizione è nota: la politica deve garantire e non limitare le libertà". Mentre nel 2022 asseriva che "anche i temi dell’etica, del fine vita, dei diritti della persona vanno affrontati, non lasciati alla sinistra", aggiungendo che lo Stato ha il compito di tutelare "la libera scelta garantendo comunque ogni forma di sostegno sanitario, psicologico ed economico alle persone malate. Non dobbiamo giudicare, ma saper rispettare".

A gennaio 2024 in Veneto non è passato per un soffio il progetto di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito, iniziativa dell’Associazione Coscioni. In quel caso il centrodestra si era diviso: con Fdi e Fi contrari, il presidente Luca Zaia e parte della Lega favorevoli, un'altra parte della stessa Lega ha votato contro o si è astenuta, con l'avallo di Salvini, che si era detto soddisfatto della bocciatura.

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