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Fine vita, il ministro Schillaci apre a una legge nazionale: “I tempi sono giusti e maturi”

Il dibattito sul fine vita torna centrale dopo che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato la necessità di una legge nazionale, come già richiesto dalla Corte Costituzionale. La Toscana ha già approvato una normativa regionale che garantisce tempi certi e assistenza gratuita per chi sceglie il suicidio medicalmente assistito.
A cura di Francesca Moriero
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Il dibattito sul fine vita torna al centro della scena politica italiana dopo le recenti dichiarazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci. Il ministro ha sottolineato infatti l'urgenza di una normativa nazionale che disciplini il suicidio medicalmente assistito, come richiesto dalla Corte Costituzionale già nel 2019: "Dobbiamo trovare una sintesi – ha spiegato a Sky Tg24 il ministro– non si possono lasciare le singole Regioni a fare fughe in avanti".

La legge della Toscana

La spinta per una regolamentazione arriva dalla Toscana, il cui Consiglio regionale ha recentemente approvato una legge intitolata "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito". Conosciuta anche come legge "Liberi tutti", è stata promossa dall'Associazione Luca Coscioni e sostenuta da oltre 10mila firme. La normativa stabilisce tempi certi per la risposta delle Asl alle richieste di chi vuole accedere al suicidio assistito, garantendo la gratuità dei farmaci e del supporto sanitario necessario. La legge si basa sui principi fissati dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/19, legata al caso Dj Fabo/Cappato. Questa sentenza stabilisce poi che il medico che aiuta una persona a morire non è punibile se il paziente è affetto da una patologia irreversibile, soffre di dolori insopportabili, dipende da trattamenti vitali ed è in grado di prendere decisioni consapevoli.

Nonostante la sentenza della Consulta, il Parlamento non è mai riuscito a varare una legge nazionale. La recente approvazione della normativa toscana ha così riacceso il dibattito, suscitando reazioni contrastanti: diversi esponenti di Fratelli d'Italia e anche della Lega, come lo stesso Matteo Salvini, hanno criticato la decisione, annunciando l'intenzione del governo di impugnare la legge per questioni di competenza. Tra le fila del centrodestra però emergono anche voci favorevoli a una soluzione parlamentare, come quella richiesta dal governatore del Veneto, Luca Zaia.

La Commissione multidisciplinare permanente

Una delle novità della legge toscana è l'istituzione di una Commissione multidisciplinare permanente all'interno delle Asl, incaricata di verificare la sussistenza dei requisiti per l'accesso al suicidio assistito. Questa commissione sarà composta da un medico palliativista, uno psichiatra, un anestesista, uno psicologo, un medico legale e un infermiere, tutti volontari e non retribuiti. La procedura prevede che la Commissione concluda l'esame dell'istanza entro 20 giorni dalla presentazione. Se l'esito è positivo, la definizione delle modalità di attuazione deve avvenire entro ulteriori 10 giorni, mentre l'azienda sanitaria deve garantire il supporto farmacologico e sanitario entro i successivi 7 giorni.

Una vittoria per l'Associazione Coscioni

Per Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, l'approvazione della legge toscana rappresenta "una grande vittoria" e un passo avanti verso la tutela dei diritti dei malati. Cappato auspica che questo risultato possa stimolare altre regioni e, soprattutto, il Parlamento a superare le divisioni politiche e approvare finalmente una legge nazionale sul fine vita.

Anche il ministro Schillaci, pur riconoscendo la complessità del tema, ritiene che "i tempi siano giusti e maturi per una legge buona per tutti", che possa garantire chiarezza, rispetto e dignità a chi si trova ad affrontare scelte difficili nel momento più delicato della propria esistenza.

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