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Assegno di Inclusione, le ultime notizie

Guida all’Assegno di Inclusione 2024: requisiti, come fare domanda e importi

L’Assegno di inclusione è la misura contro la povertà con cui il governo Meloni ha deciso di sostituire in parte il Reddito di cittadinanza. Sarà attivata a partire dal 1° gennaio, e rivolta solo alle famiglie con componenti ‘non occupabili’. L’assegno sarà erogato per un periodo massimo di 18 mesi, rinnovabili per altri 12.
A cura di Luca Pons
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L'Assegno di inclusione è la misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale che il governo Meloni ha varato per sostituire in parte il Reddito di cittadinanza, che quest'anno finirà. Dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore l'Adi, che è destinato ai nuclei familiari in cui c'è almeno una persona con disabilità, oppure minorenne, oppure over 60 o infine una persona che richiede l'assistenza dei servizi sociali. Si rivolge quindi ai cosiddetti ‘non occupabili', mentre per gli ‘occupabili' il governo ha già lanciato il Supporto formazione e lavoro

Ci sono vari requisiti da rispettare: la soglia Isee massima è fissata a 9.360 euro, ma ci sono paletti anche sul reddito, sul patrimonio, sulla cittadinanza (bisogna essere europei o avere permesso di soggiorno) e sulla residenza in Italia (che deve esserci da almeno cinque anni). Si potrà presentare domanda direttamente all'Inps, tramite procedure telematiche.

L'assegno sarà erogato ogni mese per un massimo di 18 mesi, e potrà essere rinnovato per altri 12 mesi dopo una pausa di un mese. L'importo verrà erogato su una card apposita detta carta di inclusione. Potrà andare da un massimo di 6mila euro all'anno (da moltiplicare in base alla scala di equivalenza) a un minimo di 480 euro all'anno.

Cos'è l'Assegno di inclusione e quando sarà attivo nel 2024

L'Assegno di inclusione (Adi) è la misura di sostegno economico contro la povertà con cui il governo Meloni ha intenzione di sostituire il Reddito di cittadinanza, anche se solo in parte. A dicembre 2023 verrà erogata l'ultima mensilità del Rdc, mentre dal 1° gennaio 2024 sarà possibile presentare domanda all'Inps per ottenere l'Adi. Come specificato dal ministero del Lavoro, i pagamenti inizieranno dal mese successivo al momento in cui si firma il patto di attivazione digitale.

Chi può ottenere l'Assegno di inclusione: requisiti di reddito e cittadinanza

L'Assegno di inclusione spetta a coloro che rispettano tutta una serie di requisiti economici, ma anche di cittadinanza e soggiorno. Innanzitutto, possono fare richiesta per l'Adi solo i cosiddetti ‘non occupabili'. Questo significa che nel nucleo ci deve essere almeno una persona che abbia almeno una di queste caratteristiche:

  • minorenne
  • con almeno 60 anni di età
  • con disabilità
  • in condizione di svantaggio, e seguito dai servizi socio sanitari del territorio con un programma certificato dalla pubblica amministrazione

A questo si aggiunge il fatto che chi fa domanda per diventare beneficiario dell'Assegno di inclusione deve essere cittadino europeo, oppure avere un permesso di soggiorno per lungo periodo o godere di protezione internazionale. Inoltre deve essere residente in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.

C'è poi il tema del reddito. La soglia Isee per accedere all'Adi è fissata a 9.360 euro. Il reddito familiare deve essere inferiore ai 6mila euro all'anno, moltiplicati in base alla scala di equivalenza. Il tetto si alza a 7.560 euro all'anno per quelle famiglie in cui ci sono solo persone di almeno 67 anni o con disabilità gravi.

La scala di equivalenza

La scala di equivalenza è il sistema utilizzato per misurare la soglia di reddito di una specifica famiglia. Come detto, il limite di reddito familiare è fissato a 6mila euro per i beneficiari dell'Assegno di inclusione. Ma questa cifra può aumentare in base a come è composta la famiglia. Allo stesso modo, anche l'importo a cui si ha diritto con l'Adi viene calcolato in base alla scala di equivalenza.

In pratica la scala di equivalenza è un moltiplicatore: per conoscere la propria soglia di reddito si parte dal limite fissato per legge (6mila euro) e lo si moltiplica per la scala di equivalenza. La scala è uguale a 1 per le famiglie con un componente solo: significa che il limite resta a 6mila euro annuali. Alla scala di equivalenza si aggiunge:

  • 0,5 per ciascun altro componente che ha una disabilità o non è autosufficiente
  • 0,4 per ciascun altro membro che ha almeno 60 anni
  • 0,4 per chi è maggiorenne con carichi di cura
  • 0,3 per chi è condizione di grave "disagio bio-psicosociale", come definito dal governo, ed è seguito dai servizi sociali
  • 0,15 per ciascun minorenne (fino al secondo)
  • 0,1 per ciascun minorenne oltre il secondo.

Nel complesso, la scala di equivalenza può arrivare al massimo a 2,2. Il limite è alzato a 2,3 solo se ci sono persone con grave disabilità o non autosufficienti.

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Come fare domanda sulla piattaforma Siisl

La domanda per ottenere l'Assegno di inclusione va presentata all'Inps, con l'apposita procedura. Chi rispetta tutti i requisiti, però, per ricevere l'assegno deve anche iscriversi alla piattaforma Siisl: si tratta del Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa. La piattaforma Siisl consiste in un sito dove ci si può registrare fornendo i propri dati.

Una volta effettuata l'iscrizione, viene richiesto di firmare il patto di attivazione digitale. Questo è sostanzialmente l'impegno a partecipare a programmi di inclusione sociale, o anche di inserimento lavorativo per chi ne ha la possibilità. Più avanti, entro quattro mesi dopo la firma del patto di attivazione digitale, arriverà una convocazione dei servizi sociali quindi di prendere parte a un percorso personalizzato. La firma del primo patto, quello di attivazione digitale, è comunque l'ultimo passo richiesto prima che possa iniziare l'erogazione dell'Adi ogni mese.

Come si calcolano gli importi

L'importo dell'Assegno di inclusione è calcolato per permettere a ciascuna famiglia di raggiungere una certa soglia di reddito annuale. Questa soglia è fissata a 6mila euro, ma può aumentare in base alla scala di equivalenza. Quindi, se una famiglia ha già un reddito di 3mila euro all'anno, l'Adi ne eroga altri 3mila per raggiungere la soglia prevista. In ogni caso, l'importo non può scendere al di sotto dei 480 euro annui.

In più, oltre all'integrazione del reddito è possibile ottenere un contributo per l'affitto dell'immobile in cui si abita. L'importo del bonus è pari al costo dell'affitto, fino a un limite di 3.360 euro all'anno.

Quanto dura e come verrà pagato

Il pagamento dell'Assegno di inclusione sarà erogato ogni mese per un periodo massimo di 18 mesi. Passato il primo anno e mezzo, potrà essere rinnovato per altri 12 mesi, ma solo dopo un mese di pausa. Al momento non è previsto che l'erogazione possa proseguire dopo questo periodo, ma i pagamenti dovrebbero essere garantiti (per chi mantiene i requisiti) fino alla seconda metà del 2026. Il pagamento sarà erogato su una apposita card, chiamata carta di inclusione. Si tratta di una carta ricaricabile, che permetterà non solo di pagare ma di prelevare fino a un limite di 100 euro al mese.

Cosa devono fare i beneficiari dell'Assegno di Inclusione

Chi firma il patto di attivazione digitale e rispetta tutti i requisiti inizierà a ricevere l'Assegno di inclusione. Entro quattro mesi dalla firma del patto ci sarà un primo appuntamento con i servizi sociali. Nel corso del primo incontro, gli operatori valuteranno la situazione della famiglia e proporranno un altro accordo, il patto per l'inclusione. Questi appuntamenti dovranno ripetersi ogni tre mesi per quelle persone che non sono attivabili al lavoro, altrimenti si perderà il beneficio.

I componenti della famiglia tra i 18 e i 59 anni che non hanno disabilità saranno chiamati a partecipare a un Percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa, firmando un patto di servizio personalizzato. Anche in questo caso, chi viene inserito in programmi di inserimento lavorativo dovrà presentarsi ogni tre mesi al centro per l'impiego per fare il punto sui propri progressi. Saranno esclusi da questi obblighi i pensionati, gli over 60, le persone con disabilità, le persone con disabilità, chi deve prendersi cura di bambini molto piccoli (meno di tre anni) o di almeno tre figli minorenni.

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