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Omicidio Giulia Cecchettin

Turetta arrestato, Salvini: “Se colpevole carcere a vita”, la sorella di Giulia: “Dubita perché è bianco”

Filippo Turetta, in fuga da una settimana, è stato fermato nel Sud della Germania. Salvini: “Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Filippo Turetta è stato fermato questa mattina, dopo una fuga di sette giorni. Era a bordo della sua autovettura quando è stato ritrovato, nel Sud della Germania. Il ragazzo è sospettato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin e gettato il suo corpo senza vita in un burrone nella zona di Piancavallo.

Tra i primi a commentare la notizia dell'arresto il ministro degli Esteri Tajani: "Ringrazio gli inquirenti per il lavoro che ha portato all'arresto di Filippo Turetta in Germania. Una buona notizia che purtroppo non potrà mai lenire il dolore della famiglia e degli amici di Giulia, ai quali rivolgo le mie preghiere", ha scritto sui social il vice presidente del Consiglio e segretario nazionale di Forza Italia Tajani.

"Bene. Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita", ha commentato il segretario leghista Matteo Salvini.

La sorella di Giulia Cecchettin, Elena, ha risposto al leader leghista, condividendo una nuova storia sul suo profilo Instagram, rilanciando un post della scrittrice Carlotta Vagnoli: "Ministro dei Trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta. Perché bianco, perché di ‘buona famiglia'. Anche questa è violenza di stato", si legge nel testo.

"Ministro il cui partito (insieme a Fdi, che però ha scelto l'astensione) a maggio ha votato contrariamente alla ratificazione della convenzione di Istanbul. Così, nel caso voleste altri motivi per comprendere quanto il femminicidio sia un omicidio di Stato".

Salvini si difende: "Non guardo colore della pelle e stato sociale"

Matteo Salvini ha respinto le accuse di un maggiore garantismo nei confronti di Filippo Turetta, l'ex fidanzato di Giulia Cecchettin, in quanto italiano, bianco e di buona famiglia, rivoltegli dalla sorella di Giulia. In un post su Instagram, il vicepremier ha scritto: "Per gli assassini carcere a vita, con lavoro obbligatorio. Per stupratori e pedofili, di qualunque nazionalità, colore della pelle e stato sociale, castrazione chimica e galera. Questo propone la Lega da sempre, speriamo ci sostengano e ci seguano finalmente anche altri. Ovviamente, come prevede la Costituzione, dopo una condanna stabilita in tribunale augurandoci tempi rapidi e nessun buonismo, anche se la colpevolezza di Filippo pare evidente a me e a tutti".

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato il luto regionale, nel giorno dei funerali di Giulia: "Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz'asta e l'intero Veneto si stringerà in un abbraccio alla famiglia, gli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene".

"Il dolore e lo sgomento – prosegue Zaia in una nota – coinvolgono, in queste giornate, l'intera comunità veneta: ci si interroga sui perché di una vita spezzata senza senso, sull'oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile". 
A quanto si apprende, Giulia era già morta quando è stata lanciata nella scarpata della Val Caltea, a Barcis, dopo essere stata scaricata dall'auto di Filippo. Ne sono convinti gli investigatori, sulla scorta di quanto ha riferito loro il medico legale Antonello Cirnelli che ha svolto l'ispezione esterna della salma per conto della Procura di Pordenone. Come apprende l'Ansa, le coltellate alla testa e al collo erano svariate e molto profonde, inferte con grande violenza. Appare dunque impossibile che la ragazza fosse ancora viva, molte ore dopo, quando l'ex fidanzato ha scaricato il corpo in un canalone, a centinaia di chilometri dal luogo dell'aggressione.

L'autopsia, che potrebbe essere eseguita già domani, chiarirà comunque le cause del decesso e l'arco temporale del crimine. Il corpo, nonostante quasi un settimana nel bosco, era integro.

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