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Filippo Penati nove ore dai pm: Mai preso tangenti

Messo sotto torchio dai pm di Monza, l’ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo ha ribadito di non aver mai preso soldi dagli imprenditori che lo accusano, annunciando anche denunce per calunnia.
A cura di Alfonso Biondi
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Messo sotto torchio dai pm di Monza, l'ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo ha ribadito di non aver mai preso soldi dagli imprenditori che lo accusano, annunciando anche denunce per calunnia.

Non rappresenteranno una svolta decisiva per le indagini, ma le dichiarazioni rilasciate ieri da Filippo Penati nel corso del primo interrogatorio a Monza sicuramente faranno comodo ai pm Walter Mapelli e Franca Macchia. Nove ore di faccia a faccia coi magistrati nelle quali l'ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo ha ribadito a più riprese che lui quelle tangenti non le ha prese.

"Come avevo richiesto sono stato interrogato dai procuratori della repubblica di Monza e ho risposto a tutte le loro domande ricostruendo nel dettaglio i rapporti da me intrattenuti con i coimputati e, soprattutto, con gli imprenditori che mi hanno accusato" ha dichiarato Penati, certo di aver ricostruito in maniera minuziosa un quadro che per lui di illecito non ha proprio nulla. Ne è talmente convinto da prospettare l'ipotesi, a seguito dell'esito della decisione dei giudici, di denunciare per calunnia gli imprenditori che lo accusano di essere il dominus del cosiddetto "Sistema Sesto": nello specifico il titolare della Caronte trasporti Piero Di Caterina e l'imprenditore edile Giuseppe Pasini,  ex proprietario dell’area Falk.

Le dichiarazioni di Penati diventano fondamentali anche per quanto riguarda il pronunciamento del il Tribunale del Riesame sul ricorso avanzato dalla Procura: l'accusa, infatti,  continua a sostenere che per l'ex Pd debba essere disposta la misura cautelare, misura negata lo scorso 25 agosto dal gip Anna Magelli. La decisione del Riesame arriverà in tempi brevi, al massimo entro il 21 ottobre.

Nell'indagine che sta portando avanti la Procura di Monza, l'ex vicepresidente del Consiglio regionale risulta indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito. I reati che gli si contestano riguarderebbero delle presunte tangenti intascate sulla riqualificazione dell'ex Area Falck di Sesto San Giovanni, l'acquisto da parte della provincia di Milano (quando era presidente) di quote dell'autostrada Milano-Serravalle dal gruppo Gavio  a pezzi gonfiati e alcune consulenze fittizie. Assieme a Penati sono indagate altre 20 persone circa; due, invece sono già in carcere: si tratta dell'ex assessore all’edilizia di Sesto Pasqualino Di Leva e del geometra del comune Marco Magni.

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