Se gli italiani fanno la fila per il Black Friday possono farla anche per un tampone. Così il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l'emergenza Covid, mentre era in visita all'hub vaccinale di Torino dedicato ai bambini, ha cercato di mettere un punto alle polemiche sul caos tamponi di questi giorni. Giorni in cui la domanda di test è esplosa: tra l'aumento dei positivi, quello dei contatti stretti e semplicemente una maggior richiesta da parte di chi vuole una sicurezza in più durante le feste, diverse farmacie e centri di testing hanno esaurito le scorte o si stanno trovando ad avere a che fare con molte più persone di quante riescono a gestire. "Spesso i cittadini fanno file e file ai Black Friday per acquistare il capo griffato… Giusta la critica, giusto lamentarsi, perché vorremmo vivere in un Paese perfetto, però c'è gente che da due anni tira tutti i giorni, se si è preso un po' di pausa anche il commissario se ne fa una ragione", ha detto Figliuolo.
Una giustificazione che però non è accettabile per vari motivi. Primo: perché le criticità di questi giorni non sono tanto dovute ai giorni di ferie che potenzialmente si stanno prendendo farmacisti, infermieri e medici, ma alla scarsità di test. La quale è responsabilità diretta della struttura commissariale. Non serve a nulla dire ai cittadini che se fanno la coda per il Black Friday possono farla anche per un tampone, piuttosto bisognerebbe spiegare loro come mai non sono stati acquistati più tamponi nel momento in cui si poteva perfettamente prevedere un aumento della domanda. O perché non è stata messa a punto una strategia per aumentare i centri in cui poter fare un tampone nel momento in cui hanno iniziato a crescere esponenzialmente i positivi.
Secondo: dopo due anni di pandemia è ormai chiaro a tutti che i test antigenici e molecolari, come le mascherine, sono diventati un prodotto essenziale per gestire la crisi sanitaria. In alcun modo possono essere comparati a un capo griffato in svendita durante il Black Friday. Per quello la fila è ovviamente ammissibile, per un tampone (soprattutto quando sono mesi che, tra le nuove regole anti contagio e l'aumento dei casi, sapevamo che la domanda sarebbe aumentata) decisamente meno.
Terzo: non è giusto che le istituzioni scarichino colpe e responsabilità sui cittadini, senza ammettere i propri errori e ritardi. Perché invece di sminuire i disagi che moltissimi cittadini stanno affrontando in questi giorni Figliuolo non ha invece riconosciuto che la struttura commissariale doveva implementare i meccanismi di testing & tracing, ma non l'ha fatto? La carenza di tamponi e di disponibilità di luoghi dove potersi testare sta causando non pochi disagi, soprattutto ai più fragili: ci sono persone che hanno sintomi e non riescono a fare un tampone ad esempio, o altre che hanno avuto contatti e sono costrette ad attendere in isolamento più del dovuto prima di potersi testare. Queste persone non hanno certo bisogno della paternale dal commissario straordinario, ma forse di una dimostrazione in più da parte delle istituzioni di non essere lasciate sole.