Festa Liberazione, quando Matteo Salvini diceva: “Io antifascista? Non sono anti, oggi sono pro”
Il ministro degli Interni Matteo Salvini denunciava già cinque anni fa che la sinistra si era "impossessata" della Festa della Liberazione. Una vecchia polemica, oggi ancora attuale, e che è stata al centro dei botta e risposta tra i due alleati di governo. Oggi, nonostante sia il titolare degli Interni, Salvini ha preferito non festeggiare il 25 aprile e la liberazione dell'Italia del nazifascismo, probabilmente per una questione di coerenza. Ha fatto sapere invece che domani andrà a Corleone: "Non penso che tornino né il fascismo né il comunismo, il fascismo è stato condannato dalla storia e non penso che tornerà. Io lotto contro i problemi attuali, la mafia è un problema reale".
Anche il governatore Luca Zaia, in un'intervista rilasciata a Fanpage.it, ha sostenuto la scelta del vicepremier leghista, che non sarebbe, a suo dire, in contrasto con il significato della commemorazione: "Se io fossi un abitante di Corleone sarei contento di ricevere la visita del ministro degli Interni. È un paese simbolo delle criminalità organizzata e simbolo anche della ribellione alla mafia. Salvini non sta andando di certo a pescare, basta con questo leitmotiv. Non andrei in continuazione a cercare polemiche ovunque, dove non ci sono", ha dichiarato.
In un'intervista del 2015 ai nostri microfoni Matteo Salvini, che allora era già segretario del Carroccio, spiegava perché non avrebbe partecipato nemmeno in quell'occasione alle celebrazioni pubbliche: "Io mi riconosco nel valore della Libertà, con la ‘L' maiuscola, che non è riconducibile a una sola parte politica, mi spiace che ci sia una parte della sinistra che si è impossessata dei valori della Liberazione. Io non partecipo a manifestazioni che escludono altri, che escludono tanti che parteciparono alla guerra di liberazione e quindi domani starò con i bimbi". A Salvini venne chiesto se si definiva ‘antifascista', e il segretario della Lega rispose così: "Io non sono anti, nel 2015 sono pro. Perché quelli che si definiscono antifascisti sono gli stessi che poi impediscono alla Lega di parlare nei comizi nelle piazze, lanciando oggetti, e imbrattando la sede della Lega, come è avvenuto stanotte, con un manichino con la mia faccia a testa in giù. Se questi sono antifascisti io mi rifiuto di essere messo sul loro stesso livello".