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Ferrovie dello Stato, Rai e non solo: tutte le nomine governative che sono ancora in sospeso

Ferrovie dello Stato, Rai, Fincantieri, Cassa depositi e prestiti. Sono solo le più importanti tra le numerose società di cui il governo Meloni deve nominare i vertici. In alcuni casi, la decisione si trascina da settimane. L’esecutivo nei prossimi giorni dovrebbe trovare la quadra per accontentare tutti i partiti della maggioranza.
A cura di Luca Pons
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In questi giorni, il governo Meloni non affronta solo la partita delle nomine per l'Unione europea (sia per quanto riguarda i ruoli più importanti dell'Ue, sia per il futuro commissario italiano), ma anche le trattative interne sui nomi dei vertici di numerose partecipate. Dalla Rai a Ferrovie dello Stato, da Cassa depositi e prestiti a Fincantieri (che è rimasa senza presidente dopo la morte del generale Graziano) l'esecutivo è chiamato a scegliere amministratori delegati e presidenti. In alcuni casi, come per Cdp, la decisione viene rimandata da settimane in attesa di trovare la quadra che soddisfi tutti i partiti della maggioranza. Il prossimo appuntamento, sia per il Cassa depositi e prestiti che per Fs, è l'incontro del 27 giugno.

Innanzitutto, le Ferrovie dello Stato. Qui in prima fila per il posto di amministratore delegato dovrebbe esserci Stefano Donnarumma, già ad di Terna, che è favorito da Matteo Salvini (che in quanto ministro dei Trasporti può far pesare le sue indicazioni). Donnarumma, peraltro, è nome che sarebbe gradito anche da Fratelli d'Italia. L'attuale ad di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, dovrebbe invece avere un posto in Netco, società che gestirà la rete ex Tim. Il problema sorge invece nel trovare un presidente per le Ferrovie. Secondo le ricostruzioni, tra i candidati più plausibili ci sarebbe Teo Luzi, attuale comandante generale dell'Arma dei Carabinieri.

Luzi, però, potrebbe anche essere il sostituto del generale Graziani alla guida di Fincantieri (una posizione su cui ci sarebbe anche la candidatura dell'ambasciatore Francesco Talò, ex consigliere diplomatico di Palazzo Chigi che diede le dimissioni dopo il caso della telefonata tra Meloni e i comici russi). Se Luzi andasse verso Financantieri per la presidente delle Ferrovie resterebbero l'attuale presidente di Trenitalia Stefano Cuzzilla, e il consigliere sempre di Trenitalia Tommaso Tanzilli, molto vicino a Fratelli d'Italia. Il governo avrebbe proposto anche il capo della Ragioneria dello Stato, Biagio Mazzotta, che però avrebbe rifiutato, preferendo mantenere il suo attuale incarico.

Sempre il 27 giugno dovrebbe decidersi la guida di Cassa depositi e prestiti. Il ministro Giorgetti ha già detto che "non ci saranno grandi stravolgimenti". In questo caso la decisione sul presidente spetta alle fondazioni bancarie, che hanno già indicato la riconferma di Giovanni Gorno Tempini. Per il ruolo di amministratore delegato il ministero dell'Economia dovrebbe riconfermare Dario Scannapieco, invece. Il motivo per cui, nonostante si vada verso una sostanziale riconferma delle persone già in carica, il governo finora non ha deciso ufficialmente sarebbe un'indecisione sulla nomina dei consiglieri: uno dei direttori generali del ministero dell'Economia, Riccardo Barbieri Hermitte e Marcello Sala, dovrebbe sedere del Consiglio di amministrazione di Cdp, ma i partiti (in particolare Lega e Forza Italia) non hanno ancora concordato chi sarà a farlo.

C'è infine il capitolo Rai. Qui, come concordato da mesi, dovrebbero scambiarsi i ruoli il direttore generale Roberto Sergio e l'amministratore delegato Giampaolo Rossi, più strettamente in quota Fratelli d'Italia. Il primo dovrebbe diventare ad, e il secondo passare a fare il dg. Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali. La prossima presidente Rai, invece, dovrebbe essere Simona Agnes, vicina a Forza Italia. Non c'è ancora un nome per il rappresentante delle opposizioni nel Consiglio di amministrazione della tv di Stato.

Nelle prossime settimane, peraltro, si aggiungeranno nuove nomine a complicare la situazione. Oltre alla già citata Netco, il governo dovrà decidere su Open fiber, Anas, ma anche il Gestore dei servizi elettrici, Invimit e Fintecna.

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