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Fermo amministrativo per Mare Jonio: “Non è un caso, Ong parte civile nel processo Open Arms a Salvini”

La nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans è stata posta sotto fermo amministrativo. Secondo l’Ong si tratta di una ritorsione del ministero dei Trasporti, perché l’organizzazione umanitaria si è costituita parte civile nel processo Open Arms, in cui Salvini è imputato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sembra una coincidenza, ma non lo è. La nave di Mediterranea Saving Humans, che si è costituita parte civile nel processo Open Arms contro Salvini, per il quale la Procura di Palermo ha chiesto 6 anni di reclusione, è stata posta sotto fermo amministrativo e deve ora disfarsi di tutte le strumentazioni di soccorso a bordo. Lo ha annunciato la stessa Ong, nel corso di una conferenza stampa questa mattina. Ieri c'è stata un'ispezione a bordo della nave Mare Jonio, ordinata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Salvini.

"L'ispezione è stata fatta con una squadra speciale, anti Ong. Il sesto reparto della Guardia costiera, capitanata dal capitano Andrea Zaffagnini, che dirige tutte le ispezioni nelle navi della Ong per cercare di salvarle. Noi però siamo una nave che opera da sei anni, una nave che il registro navale indica come nave di soccorso", ha spiegato il capo missione della Ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. La nave umanitaria, ormeggiata al porto di Trapani, dopo i controlli, è stata posta sotto fermo amministrativo. "Siamo in stato di fermo e abbiamo un ordine, impartito dal ministero dei Trasporti, di sbarcare, immediatamente, i mezzi di soccorso, pena la perdita dell'idoneità di navigazione", ha detto il capo missione della Ong Mediterranea Saving Humans.

"Abbiamo informato i nostri legali di parte civile al processo Open Arms in merito a quello che sta accadendo in queste ore, con questa ispezione occasionale durata dieci ore e mezza a bordo della nostra nave. Crediamo che sia importante che il presidente del Tribunale di Palermo ne venga a conoscenza", ha sottolineato Casarini. "L'imputato – ha detto – è la stessa persona che ci ha portato a questo blocco. Vogliamo che il Tribunale di Palermo si renda conto di cosa succede ad una parte civile a quel processo. I nostri legali comunicheranno al Tribunale e al presidente del Tribunale tutto. Secondo noi non è un caso che sia accaduto, perché noi siamo anche parte civile in quel processo".

"Ci denuncino pure, noi non ci fermiamo. Non ci intimidiscono", ha detto nel suo intervento Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea Saving Humans. "Più riusciamo a fare stare le navi lontane – dice -maggiore sembra esserci la deterrenza. perché non si può raccontare di quei morti e dei naufragi che spesso non vengono neppure visti. Davanti a tutto questo, non possiamo fermarci, non possono intimidirci. Non può essere una denuncia a sospenderci la navigazione. Noi continueremo, non possiamo fare diversamente". E ha annunciato che faranno "ricorso".

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