Fermatevi.
Non ve lo chiedo io.
Fermatevi perché ve lo chiede il mondo, e ve lo domanda il vostro stesso popolo.
Centinaia di persone arrestate a San Pietroburgo e a Mosca, colpevoli di aver fatto risuonare un grido: pace.
Migliaia di persone in tutta l'Ucraina che provano a fuggire, perché nessuno vuole questa guerra se non chi la dichiara, ma poi ci manda a morire i figli dei poveri.
Fermatevi perché in guerra non vince mai nessuno.
Fermatevi perché la guerra puzza di feci e sangue rappreso, e gas che escono dai corpi morti. Lo sapevate? Servono per avvertire gli animali del pericolo, e indicano una cosa ai vivi: scappate.
Fermatevi.
È un appello alla pace come tanti, il mio non è un appello speciale.
Fermatevi, perché i profughi sono figli delle guerre.
Fermatevi perché la guerra non è mai la soluzione, ma il problema.
Fermatevi perché chi disse “la nostra pace più sicura sarà all'ombra delle nostre spade" è finito malissimo.
Fermatevi perché è ancora il tempo di Brecht: "Tra i vinti la povera gente faceva la fame, tra i vincitori faceva la fame la povera gente ugualmente".
Fermatevi perché la guerra nega ogni diritto, anche in casa dell'aggressore.
Fermatevi perché ogni guerra è una guerra contro l’umanità.
Fermatevi perché i rumori della guerra anestetizzano le coscienze.
Fermatevi perché non esiste una guerra giusta, o una pioggia asciutta, o un amore violento.
Fermatevi perché non c'è una guerra senza stupri.
Fermatevi perché il rumore della guerra è pessimo da Caino e Abele in poi. All'inizio fu il rumore delle lame sulla carne, e poi quello delle spade sugli scudi. Oggi il rumore della guerra è quello dei droni, degli elicotteri, fischi, scoppi, motori, portelloni sbattuti, spari e urla, tante urla.
Sono uguali in tutto il mondo, i rumori della guerra. E ogni rumore è un errore.
Fermatevi perché “senza la libertà non ci sarebbero stati Shakespeare o Goethe, o Newton, o Faraday. Solo gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere vissuta”. Sono le parole di Albert Einstein.
Fermatevi anche se è tardi.
Usate i fucili per piantare fiori.
Con l’acciaio dei missili, lastricate strade poco battute.
Fermatevi, perché anche se la pace è sempre la strada più difficile, l’alternativa è un burrone.
Fermatevi, perché la guerra distribuisce soltanto torti. Perché la pace “non è la virtù degli imbecilli”.
Fermatevi perché "i popoli della terra non hanno bisogno della guerra, viva la pace e morte alla guerra!"
Fermatevi, abbiamo tanti punti in comune.
La parola di saluto più breve al mondo è "ciao". Ma la più bella è l'ebraica "shalom", che significa pace.
"I'vo gridando: pace, pace, pace", Francesco Petrarca.
Fermatevi, è più di una preghiera.