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Fenu (M5s) smentisce Meloni: “Evasione fiscale aumenta, molti non pagano tasse e aspettano rottamazioni”

Emiliano Fenu, deputato del M5s in commissione Finanze, ha risposto alle domande di Fanpage.it e smentito le parole di Giorgia Meloni, che ieri ha dato al governo il merito per un risultato “record” nella lotta all’evasione. In realtà i numeri mostrano che l’evasione fiscale è cresciuta, toccando livelli mai visti prima. E le politiche dell’esecutivo peggiorano la situazione.
A cura di Luca Pons
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Quando l'Agenzia delle Entrate ha annunciato i nuovi dati sugli incassi derivati dal contrasto all'evasione, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne ha approfittato per diffondere un video sui social. Nel messaggio agli elettori ha rivendicato il dato "record", prendendolo come un segno del fatto che le politiche del governo sull'evasione fiscale funzionano. E ha anche attaccato le opposizioni: "Ci accusano di aiutare gli evasori, di allentare le maglie del fisco, persino di nascondere dei condoni immaginari. Sono tutte bugie".

Fanpage.it ha intervistato Emiliano Fenu, deputato della commissione Finanze del Movimento 5 stelle, chiedendo conto delle accuse della premier. Fenu ha spiegato che i numeri sbandierati dal governo, in realtà, non dimostrano nulla per quanto riguarda la lotta all'evasione. E che, anzi, i debiti degli italiani nei confronti dello Stato sono aumentati. Fenu ha anche aperto all'ipotesi di una rottamazione quinquies delle cartelle, ma non nei termini previsti da Matteo Salvini, che la promuove in queste settimane.

L'Agenzia delle Entrate ha annunciato i dati sulla lotta all'evasione. La domanda è: se il governo aiuta gli evasori, come le opposizioni affermano spesso (e come risulta evidente da alcune delle misure adottate), come si spiega questo risultato ‘record'?

Anche lo scorso anno il governo Meloni ci ha propinato risultati straordinari sul contrasto all’evasione e sulle entrate, spacciando per contrasto all’evasione i versamenti ordinari delle imposte. Ma questa fantastica attività di recupero dell’evasione stona, non poco, con un dato.

Quale?

La cifra a cui è arrivato il magazzino dei debiti dei contribuenti italiani nei confronti dell’agente della riscossione. Il magazzino fiscale è la somma dei mancati versamenti delle imposte, tecnicamente considerati evasione fiscale. E oggi è pari a 1.274 miliardi di euro. Una cifra mai vista prima, con un indebitamento medio per italiano di 21.611,40 euro.

Quindi l'evasione fiscale, nonostante i risultati comunicati dall'Agenzia, è aumentata? 

L'aumento del magazzino fiscale ci restituisce un quadro opposto a quello che cerca di dipingere il governo. Ci dice che evidentemente il versamento spontaneo non va poi così bene, ci dice che l’economia non va poi così bene. Ci dice che in questo calderone finiscono i contribuenti in difficoltà insieme a chi è, invece, incentivato a non versare perché fa affidamento sulla prossima rottamazione.

Ha detto che il governo ha "spacciato" i numeri dei "versamenti ordinari delle imposte" per lotta all'evasione. Cosa intende?

Esattamente questo. I numeri spacciati per contrasto all’evasione fiscale si riferiscono come ogni anno alla attività ordinaria di controllo. A dircelo, peraltro, è stato lo stesso viceministro Leo qualche giorno fa. La verità, purtroppo, è il mare dei debiti fiscali nel quale stiamo lentamente ed inesorabilmente affogando.

Gli incassi da misure straordinarie, come la rottamazione, sono invece scesi. Cosa significa? 

In parte significa che i contribuenti sono in difficoltà e spesso non riescono a pagare nemmeno le rate delle rottamazioni e delle definizioni agevolate. Ed è difficile pensare che una persona che non è riuscita a pagare per anni riesca a saldare l’intero debito in pochi anni, pagando peraltro il 20% del debito nei primi due mesi, come era previsto nella rottamazione quater.

In parte il nostro sistema purtroppo si sta assuefacendo alle rottamazioni. Sta succedendo che alcuni contribuenti decidono di non pagare confidando nella probabile prossima rottamazione. Sta succedendo che ormai questa decisione non riguarda più solo i pagamenti ordinari ma anche le stesse rate della rottamazione: spesso si decide di non versare più nemmeno quelle, confidando in una riapertura e così dilazionando all’infinito il pagamento.

Riapertura che infatti, per la rottamazione quater, è arrivata. Nel frattempo, Salvini spinge per una rottamazione quinquies, da saldare in dieci anni. Cosa ne pensate?

Il M5S è sempre stato a favore di una misura che possa aiutare a pagare, anche in 120 rate, coloro che sono in difficoltà. Ma occorre distinguere con puntualità chi è in difficoltà – verificandone le condizioni con precisi parametri – e chi invece non lo è e non paga confidando nella prossima rottamazione. Non possiamo ogni volta fare una rottamazione sexies, septies od octies semplicemente perché dobbiamo tappare i buchi delle rottamazioni precedenti.

E non possiamo varare una rottamazione quinquies solo perché è la reazione di Salvini al fallimento del concordato fiscale. Così è il prodotto di un regolamento di conti fiscale all’interno della maggioranza. Soprattutto, una rottamazione virtuosa non può prescindere da una vera riduzione della pressione fiscale, ovvero l’esatto contrario di quello che ha fatto il governo con l’ultima, fallimentare legge di bilancio.

Passiamo alle parole della premier Meloni. Innanzitutto, ha rivendicato che il risultato è dovuta anche alle "specifiche norme che sono state introdotte da questo governo". Ha ragione?

Non solo non è del tutto chiaro a quali norme la Meloni si riferisca, ma nemmeno a quali dati, visto che, come ho detto, i debiti dei contribuenti nei confronti dello Stato stanno esplodendo. Le sbandierate misure di contrasto contro l’evasione fiscale altro non sono che il frutto della attività ordinaria dell’Agenzia delle Entrate, come ogni anno, e i pochi incassi derivanti dall’ultima rottamazione.

La presidente del Consiglio ha detto anche che il governo non "butta i soldi dei cittadini in cose inutili". Cosa ne pensa?

Purtroppo la realtà è diametralmente opposta: un truffaldino taglio del cuneo fiscale che ha addirittura alleggerito le buste paga della maggior parte dei 15 milioni di lavoratori dipendenti coinvolti; il catastrofico fallimento del concordato preventivo, con un mini-gettito che ha liquefatto la tanto sbandierata promessa del taglio dell’Irpef sul ceto medio; taglio e depotenziamento di ben 15 agevolazioni fiscali edilizie; valanga di nuovi balzelli sulla casa, la cui ‘sacralità’ è stata calpestata in quattro e quattr’otto; taglio delle detrazioni fiscali oltre i 75mila euro di reddito lordo annuo.

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