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“Femminicidi? Anche le donne sono cattive”, scrive l’esperto di educazione affettiva scelto da Valditara

Il progetto per portare l’educazione sentimentale nelle scuole italiane è stato coordinato da Alessandro Amadori, da anni vicino alla Lega e al ministro Valditara. In un suo libro del 2020, “La guerra dei sessi”, Amadori parlava dei femminicidi come risultato del “bisogno di sottomissione maschile” e insisteva sulla “cattiveria femminile”.
A cura di Luca Pons
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"Parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch’esse cattive? La nostra risposta è ‘sì', cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo". Questa tesi, citata dal quotidiano Domani, è espressa in un saggio pubblicato da Alessandro Amadori, l'insegnante di psicologia che il governo Meloni ha scelto come capo del gruppo di psicologi e giuristi che ha lavorato sulla nuova iniziativa per lavorare sull'educazione affettiva e sentimentale nelle scuole.

Il governo presenterà domani le linee guida del suo piano Educare alle relazioni, che dovrebbe portare l'educazione affettiva nelle scuole italiane con un progetto sperimentale di alcune settimane. L'obiettivo esplicito è sensibilizzare sulla violenza di genere e riuscire a limitarla, generando più consapevolezza negli studenti. A presentare l'iniziativa ci saranno la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e soprattutto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che è stato il coordinatore dell'iniziativa.

I legami tra Amadori, la Lega e il ministro Valditara

Come evidenziato dal quotidiano Domani, il docente di psicologia presso l'università Cattolica di Milano è da anni vicino al ministro Valditara e agli ambienti leghisti. Non a caso, i due hanno pubblicato insieme "È l'Italia che vogliamo", un libro del 2022 con sottotitolo "Il manifesto della Lega per governare il Paese". In più, da mesi Amadori è consulente del ministero di Valditara.

Non è chiaro quali siano le qualifiche che hanno permesso al docente di essere a capo del progetto Educare alle relazioni, dato che l'unica esperienza lavorativa sul tema è il suo ruolo di consigliere di Matteo Salvini durante il primo governo Conte: all'epoca, si legge dal suo curriculum, svolse "studi e ricerche sulla problematica della violenza di genere e in particolare del femminicidio, con analisi delle variabili di contesto psicosociale che agiscono su di esso".

Cosa c'è scritto nel libro di Amadori: "Il diavolo è anche donna"

È possibile che proprio da quelle ricerche sia emerso il libro autopubblicato del 2020 "La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere", scritto con una sua studentessa. Nel testo, Amadori afferma che è sbagliato considerare solo la violenza maschile e non quella femminile: un errore indotto dal politicamente corretto, secondo lui. La violenza di genere, nelle tesi dell'autore, è frutto di "cattiveria", che è una caratteristica individuale di ciascuno. E "anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo".

Uno dei capitoli è intitolato "Il diavolo è anche donna" proprio per sostenere questa argomentazione. Qui si cita Adriano Pirillo, autore sconosciuto di un blog amatoriale che contesta le celebrazioni dell'8 marzo perché non ci sarebbe nessuna "differenza morale" della donna sull'uomo, dato che "la prima si comporta spesso come, o persino peggio, del secondo". Anche se Amadori riconosce che che in queste tesi c'è "quasi una misoginia latente", concorda sul fatto che la "guerra dei sessi" che dà il titolo al libro veda da una parte i femminicidi e dall'altra la cattiveria delle donne. E per quanto riguarda i primi: "I raptus omicidiari, sostanzialmente, non esistono in quanto tali, ma bisogna piuttosto iniziare a parlare di cattiveria, aggressività e consapevolezza".

Il punto, secondo Amadori, è che la violenza maschile viene dalla cattiveria, una categoria dello spirito che esiste da sempre e che anche le donne hanno. Il femminicidio, "nella sua inaccettabile brutalità, è in qualche modo il contraltare di una sostanziale fragilità psichica maschile", al punto che "tanti maschi cercano, nelle pieghe della nostra società post-moderna, la sottomissione al femminile". Insomma, "dietro la punta dell’iceberg dei femminicidi, sembra però esserci il grande corpo dell’iceberg costituito dal bisogno di sottomissione maschile".

Gli uomini faticano "ad avere un rapporto equilibrato col femminile: o sono carnefici, o sono vittime". E dall'altra parte "c’è una piccola, ma appariscente popolazione di donne, che approfitta di questa tendenza maschile alla sottomissione, e ne fa una vera e propria fonte di business". Ci sarebbe infatti una categoria di donne che "vendicano l’intero genere femminile attraverso una totale svalutazione del maschile e, a tendere, la sua riduzione in schiavitù (con tanto d’imposizione di strumenti di contenimento sessuale e di castità forzata, uno dei cardini della rieducazione maschile, insieme con il rovesciamento dei ruoli nel rapporto sessuale – torna qui prepotentemente in gioco il già menzionato strap on)".

Amadori conclude poi che la guerra dei sessi potrà entrare, in futuro, "in una fase più esplicita e più intensa". Scritto, va ricordato, dal coordinatore di un progetto ministeriale sull'educazione affettiva nelle scuole.

Scoppia il caso politico, Avs: "Valditara ha scelto un nuovo Vannacci"

Sul caso è intervenuta Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi-Sinistra: "Non si tratta semplicemente di uno studioso che illustra tesi discutibili, ma di un uomo in preda ad un vero e proprio delirio complottista rivolto contro le donne. Che sia lui ad aver coordinato il progetto è una vera vergogna. Uno schiaffo a tutte le donne che sono e saranno in piazza in questi giorni. Non accetteremo che a scrivere le linee guida per l’educazione all’affettività sia un nuovo Vannacci". La richiesta è di cancellare la conferenza stampa di domani, revocare la consulenza ad Amadori e ricominciare da capo.

Anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha commentato: "Alessandro Amadori non può restare al suo posto continuando ad occuparsi di ‘educazione alle relazioni’ e non può più in generale occuparsi di istruzione dei e delle giovani di questo Paese in ruoli del governo. Un uomo convinto che stia crescendo un pericoloso ‘business della dominazione femminile’ non può mettere mano alle linee guida che dovrebbero contribuire a salvare le donne dalla violenza maschile".

Dal Pd, la vice presidente della commissione femminicidi Cecilia D'Elia ha diffuso una nota: "Ci chiediamo quali siano i criteri usati dal Ministro per scegliere i propri consulenti. Come è possibile che il ministro Valditara non trovi di meglio che affidarsi ad un consulente che afferma che ‘il diavolo è anche donna'? Rasentiamo davvero la follia". I dem presenteranno un'interrogazione in Parlamento: "Il ministro deve al più presto chiarire e spiegare le sue scelte".

La replica del ministro: "Evitare polemiche pretestuose"

In mattinata è arrivata la risposta del ministro dell'Istruzione: "Il progetto Educare alle relazioni è stato scritto dal Dipartimento del ministero dell'Istruzione e del Merito dopo aver sentito il parere delle associazioni dei genitori, degli studenti, dei docenti, dei sindacati, dell'ordine degli psicologi e di diversi esperti fra cui anche giuristi e pedagogisti", ha sottolineato Valditara.

"Il documento è stato letto, condiviso e sottoscritto da me. È questo il documento che domani presenteremo ed è questo documento che va giudicato". Poi ha aggiunto, in risposta alle polemiche: "Per un confronto proficuo su un tema importante, che riguarda i nostri giovani e tutta la società, sarebbe utile evitare polemiche pretestuose".

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