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Federica Salsi replica: “Grillo è un maschilista vittima della cultura berlusconiana”

Continua la polemica dopo la partecipazione di Federica Salsi a Ballarò. Dopo la scomunica di Grillo, lei ribatte: “Una delusione, un maschilista come altri”.
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Grillo-Salsi

Ci eravamo lasciati con la sconsolata scomunica di Beppe Grillo nei confronti del consigliere comunale di Bologna "colpevole" di aver partecipato ad una puntata di Ballarò. Una presa di posizione durissima, un post che biasimava il protagonismo di Federica Salsi, che aveva ricevuto il plauso convinto di gran parte dei militanti del Movimento 5 Stelle, ma che aveva suscitato non poche perplessità, sia per la virulenza dell'attacco, sia per il persistere di quella sindrome da accerchiamento che è uno dei limiti maggiori della proposta a 5 stelle. A tornare sulla questione questa volta è proprio la Salsi che, in una intervista ad affaritaliani replica con altrettanta durezza alle perplessità di Grillo:

Mi spiace che reagisca così. Siamo delle persone. Altre volte ha espresso apprezzamento per le mie presenze in tv. Vedo che adesso ha cambiato atteggiamento. Ha mostrato di essere vittima della cultura berlusconiana di questi anni. E' stato veramente sgradevole. Un maschilista come altri. Dare una connotazione negativa ad una qualità delle donne è roba da Medioevo. Veramente degradante. […] Mi ha attaccata sul piano personale e non sul merito o demerito di quello che ho detto. Poteva telefonare per dirmi due parole. […] Anche Grillo ha il suo punto G: i giornali. Quando il Movimento si chiude e lo fa spesso non funziona. Però siamo diversi perché siamo delle persone oneste che vogliono cambiare le cose

Insomma, ancora una volta un regolamento di conti interno ad uso e consumo pubblico. E, come nel caso Favia, la sensazione è quella del persistere di nodi irrisolti e contraddizioni interne ad un Movimento in cui l'unica regola che non conta è quella tanto sbandierata: "Ognuno conta uno". Perché è evidente che, legittimamente sia chiaro, Grillo conserva un potere decisionale praticamente indiscusso e si pone "a garanzia e a capo" di un Movimento che si appresta ad entrare trionfalmente in Parlamento. Per parte nostra, continuiamo a pensare che la chiusura al confronto sia sempre un limite e che la presunzione di essere depositari unici della verità è incompatibile proprio con la cyberutopia a 5 stelle. E con domande di senso che restano:

Possibile che tutti i giornalisti siano servi del potere e ogni trasmissione televisiva sia in realtà una trappola per incastrare gli ingenui e sprovveduti attivisti? Possibile che nessuno all'infuori del capo supremo, pardon capo politico, sia autorizzato ad esprimere un'opinione senza turbare il delicatissimo equilibrio dell'universo parallelo in cui vive ed opera il Movimento 5 Stelle? Possibile che (si veda il caso candidature) esista il culto della rete, ma solo a targhe alterne? Possibile che un partito che piace al 20% degli italiani (secondo gli ultimi sondaggi, diffusi proprio a Ballarò) non sia in grado di esprimere rappresentanti preparati e qualificati all'infuori del vate genovese? Possibile che chiunque la pensi diversamente sia un servo ed un farabutto della peggior specie, o peggio ancora, un rappresentante della vecchia politica? Possibile che proprio il Movimento sia allergico al confronto?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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