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Federazione per l’Italia: Silvio si riscopre statista e propone un patto costituente

Oggi l’annuncio in una conferenza stampa al Senato: Silvio ed Angelino puntano sulla Federazione per l’Italia,un patto per dare al Paese una nuova architettura.
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Che il grande comunicatore fosse pronto a tornare alle redini di ciò che resta del Popolo della Libertà era notizia nell'aria da giorni. Ed infatti, come lo stesso Silvio Berlusconi ed il fido (e sfiduciato) Angelino Alfano avevano annunciato prima del secondo turno delle elezioni amministrative, sono in corso le grandi manovre per dare un nuovo volto al Pdl. Un'operazione complessa, un'opera di ristrutturazione dell'intero schieramento di centrodestra che si annuncia lunga e non necessariamente fruttifera, anche in relazione all'azione "parallela" di Luca Cordero di Montezemolo e Pierferdinando Casini. Nel frattempo però, oggi conosceremo nel dettaglio la "grande novità politica" alla quale lo stato maggiore del Pdl lavora da tempo.

In una conferenza stampa al Senato, infatti, Alfano e Berlusconi illustreranno nel dettaglio l'idea di una "Federazione per l'Italia", un "patto costituente" da proporre alle altre forze politiche per riformare l'architettura istituzionale del nostro Paese. Si tratterebbe nello specifico di una proposta che contempla una sorta di semi-presidenzialismo, con elezione diretta del Presidente della Repubblica e doppio turno alla francese. Insomma, per capirci, un compromesso tra la posizione del Partito Democratico (che valuta sempre con scetticismo il presidenzialismo) e quella del Popolo della Libertà, contrario al doppio turno e recalcitrante (finora) ad interventi sostanziali sulla legge elettorale. Una riedizione della ormai celebre bicamerale? Forse, anche considerando che 12 mesi sembrano essere un tempo estremamente esiguo per portare a compimento riforme di tale portata. Anche per questo le prime perplessità si sono già levate dall'area centrista, con il timore che si tratti dell'ennesimo trucco per "far saltare il banco" e far naufragare quelle riforme sulle quali già lavora il Parlamento. Il riferimento (ed è opinione condivisa dallo stesso Bersani) è all'atteggiamento dei peones berlusconiani su riduzione dei parlamentari e ddl anticorruzione, questioni che certamente resteranno sul tappeto nelle prossime settimane e sulle quali non è escluso che si arrivi ad un nuovo scontro.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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