Il federalismo fiscale è uno dei punti centrali del programma del Governo Berlusconi IV, nonchè uno storico "cavallo di battaglia" della Lega Nord che ha legato a doppio filo la sua partecipazione al Governo alle nuove misure in tema di fiscalità. Nondimeno si tratta di un provvedimento (e di una idea stessa) estremamente controverso, che ha negli ultimi anni scatenato polemiche feroci, clamorosi ripensamenti e grande opposizione in determinati ambienti del mondo politico ed economico.
A riportare a galla la discussione i dati che emergono da uno studio del Partito Democratico, affidato al Senatore Marco Stradiotto sui dati della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale. Cominciamo subito col dire che il sistema di norme sul federalismo fiscale è già stato approvato ed è attualmente in vigore (riforma del Titolo V della Costituzione e dalla legge 42 del maggio 2009), anche se si
attendono ancora quei decreti attuativi che rendano operativo il nuovo regime contributivo, per la cui emanazione risulteranno fondamentali i dati forniti proprio dalla Copaff. Lo studio di Stradiotto analizza dunque analiticamente l’impatto del federalismo fiscale sulle casse dei comuni italiani e il modo in cui cambierà la distribuzione delle risorse quando, appunto, entrerà definitivamente in vigore il regime di proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale e le imposte conseguentemente utilizzate da quell’area.
In particolare l'attenzione è rivolta alla differenza fra i trasferimenti che attualmente ricevono i Comuni e il gettito che raccoglieranno con l'IMU, l'Imposta Municipale Unica, la nuova imposta che incorporerà le altre tasse relative ai servizi locali. Ecco quindi la tabella riepilogativa:
Come si può facilmente notare, le due città che riceveranno i tagli più drastici sono Napoli (che attualmente è la città che "riceve" la quota maggiore) e L'Aquila, centri di due delle più gravi emergenze degli ultimi anni, con il terribile terremoto che ha distrutto il capoluogo abruzzese e la cronica situazione dei rifiuti che negli ultimi anni ha drenato un numero enorme di risorse. Meno risorse anche alla Capitale, a Genova e in generale alla quasi totalità delle città meridionali, mentre molte zone della Sardegna beneficeranno di un incremento estremamente consistente. Va però precisato che lo studio considera le risorse a prescindere dal "fondo perequativo" che dovrebbe colmare le differenze e "restituire" parte delle risorse mancanti ai Comuni, secondo un meccanismo di solidarietà la cui attuazione e il cui modello di intervento sono dunque i veri banchi di prova dell'efficienza e della opportunità del nuovo sistema.