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Fedeli: “I genitori devono andare a prendere i figli a scuola, è la legge”. Renzi: “La cambieremo”

Intervendo alla trasmissione Tagadà per commentare la recente sentenza della Cassazione che ha condannato preside e docente dell’ultima ora per non aver affidato a un adulto uno studente morto quindici anni fa investito da un bus, il ministro Fedeli ha dichiarato che gli studenti che hanno meno di 14 anni devono essere “recuperati” da scuola dai genitori. “Questa è la legge e va rispettata”. E se non possono? “Vadano i nonni”.
A cura di Charlotte Matteini
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Una legge sconosciuta ai più, tornata in auge a causa di una recente sentenza della Cassazione che ha condannato il preside e l'insegnante dell'ultima ora per non aver affidato a un adulto uno studente che quindici anni fa  è morto investito da un bus all'uscita di scuola. La sentenza ha creato parecchi malumori, ma le dichiarazione del ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, stanno facendo divampare un'accesissima polemica. Secondo la titolare del Miur, fino alle scuole medie i bambini per legge non possono tornare a casa da soli, dunque i genitori devono andare a prendere i propri figli a scuola. In sostanza, tutti gli studenti che hanno meno di 14 anni per nessun motivo possono e potranno allontanarsi dall'edificio scolastico per tornare a casa senza un adulto, anche se magari tornano autonomamente a casa da soli già da mesi o anni. "Questa è la legge e deve essere rispettata. I genitori devono esserne consapevoli", ha dichiarato Fedeli intervenendo a Tagadà.

"E anche lei non farebbe tornare a casa da soli i suoi nipoti sotto i 14 anni?", domanda l'intervistatrice. "Io sono una persona che per cultura rispetta le leggi e quindi sì. Vero, è giusto sperimentare l'autonomia dei ragazzi ma si può fare anche di pomeriggio, non necessariamente nel percorso casa-scuola-casa. E se i genitori non possono perché sono impegnati al lavoro ci vadano i nonni. I miei nipoti sono piccoli, e non ci riesco mai, ma è così piacevole per noi nonni farlo"

Dopo la sentenza della Cassazione, alcune scuole hanno pubblicato nuovi regolamenti interni imponendo la riconsegna dei ragazzi solo nelle mani di un adulto. La decisione ha scatenato accesissime polemiche perchè, soprattutto, spesso i genitori sono impossibilitati per cause lavorative ad andare a prendere i propri figli a scuola e magari i nonni non abitano nella stessa città e dunque non potrebbero sobbarcarsi l'onere, come suggerito da ministro.

La replica di Renzi

Intervenendo sulla polemica, il segretario del Pd Matteo Renzi ha annunciato che la legge che ha portato alla condanna degli insegnanti per omesso controllo verrà modificata: "Il mondo politico parla di legge elettorale, Banca d'Italia, polemiche. Ma basta entrare in una chat di genitori di ragazzi delle medie per capire che stamani l'Italia discute di altro. Quando ho letto che noi genitori siamo obbligati a riprendere i figli da scuola sono rimasto allibito. Poi, studiando la vicenda e la pronuncia della Cassazione, ho capito meglio i termini della questione. La buona scuola non c'entra niente a dispetto delle bufale fatte girare ad arte. Il punto è che la legislazione italiana tutela il minore, e fa benissimo, ma dimentica l'autonomia che è valore educativo e pedagogico importantissimo. Ho chiesto a Simona Malpezzi, responsabile del dipartimento scuola del Pd di cambiare la legge e di presentare già la settimana prossima un emendamento per modificare le regole: siano i genitori a scegliere e ad assumersi le responsabilità. Senza scaricarle sui professori, ma senza costringere per forza un ragazzo di terza media a farsi venire a prendere a scuola".

Fedeli cambia idea: la legge va cambiata

Dopo la presa di posizione pubblica del segretario del Partito Democratico, il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli ha dichiarato che ha posto il problema durante l'odierno consiglio dei ministri, con l'intenzione di invitare i parlamentari a legiferare al più presto in materia e proporre una modifica all'attuale legislazione: “Ho posto il tema dell’accompagnamento dei minori di 14 anni a scuola durante il Consiglio dei Ministri di oggi. È un argomento su cui abbiamo fatto un lungo approfondimento come Ministero, dopo la recente ordinanza della Cassazione, ben comprendendo il disagio vissuto in questo momento sia dalle scuole che dalle famiglie. Come spiegato anche ieri in un lungo comunicato, le scuole, attualmente, stanno operando scelte che sono conformi al quadro normativo vigente in materia di tutela dell’incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni". 

"La recente ordinanza della Cassazione ha sollevato un problema che era preesistente, che è molto delicato e non va sottovalutato in nessun aspetto. Come ho dichiarato anche nei giorni scorsi, se si vuole cambiare l’ordinamento serve un intervento in Parlamento. Saluto per questo con favore quanto dichiarato dalla deputata del Pd Simona Malpezzi che presenterà già la prossima settimana in Parlamento una proposta di legge. Occorre venire incontro alle esigenze delle famiglie, chiarendo anche il quadro delle responsabilità giuridiche e penali rispetto alla tutela dei minori dopo la fine delle lezioni. Il Pd si farà carico di trovare il giusto equilibrio con una proposta in Parlamento. In questo senso posso rassicurare anche l’onorevole Brunetta: non c’è nessun caos, non c’è nessuna inadeguatezza, né del Governo né del Pd. Solo la consapevolezza che parliamo di un tema delicato e importante, che ha anche a che fare con la sicurezza e la tutela delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Un tema rispetto al quale è il Pd a proporre azioni concrete, non certo il centrodestra”.

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