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Fecondazione assistita: migliaia di donne schedate per legge in violazione della privacy

La denuncia arriva dal senatore Ignazio Marino, ex-candidato alla segreteria del Partito Democratico: “Il governo ha usato il decreto Milleproroghe per obbligare i centri a fornire aspetti medici e dati anagrafici di chi si rivolge ad essi per la fecondazione assistita.”.
A cura di Alessio Viscardi
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La denuncia arriva dal senatore Ignazio Marino, ex-candidato alla segreteria del Partito Democratico: “Il governo ha usato il decreto Milleproroghe per obbligare i centri a fornire aspetti medici e dati anagrafici di chi si rivolge ad essi per la fecondazione assistita.” Una vera e propria schedatura di massa per tutte le future mamme che decidono di sottoporsi alla pratica della fecondazione assistita a causa di problemi di infertilità. Il senatore Marino denuncia: “Ecco quello che vuol fare questo governo che invece parla tanto di privacy quanto si tratta del premier Berlusconi”. Le nuove norme che consentono la registrazione dei dati delle donne e il loro invio al Ministero della Salute sono state inserite nel decreto Milleproroghe, approvato dalla commissione bilancio che non ha alcuna competenza in materia sanitaria.

L'emendamento incriminato è stato presentato dal deputato Lucio Malan e prevede la facoltà per il Ministro della Salute di richiedere in qualsiasi momento le informazioni su pazienti e trattamenti, i centri italiani di procreazione medicalmente assistita hanno l'obbligo di consegnarli senza poter opporre alcuna obiezione. Ignazio Marino profila la violazione della privacy delle pazienti: “I centri saranno obbligati a fornirli al ministero che potrà conoscere non solo gli aspetti medici ma anche i dati anagrafici e tutti i dettagli, dai cicli ormonali alle caratteristiche delle gravidanze”. L'utilizzo del decreto Milleproroghe sarebbe inappropriato perché non ha valore per materie mediche, inoltre verrebbe utilizzata una terminologia vaga nell'articolo di legge che prevede l'obbligo per i centri di Pma di inviare i “dati richiesti” al Ministero della salute. Stando così la definizione, sottolinea il senatore Marino, non vengono posti limiti ai dati che il Ministero può richiedere: “dando così libertà al Governo di conoscere ogni dettaglio personale di chi ricorre alle tecniche di fecondazione assistita. Questo è diverso dal raccogliere dati per valutare efficienza ed efficacia dei trattamenti. Se quello era il vero obiettivo, si potevano scrivere chiaramente i limiti per la raccolta delle informazioni. Altrimenti si chiama abuso.”

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