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FdI vuole creare il reato di ‘challenge estrema’ sui social, fino a quattro anni di carcere

Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge che prevede fino a tre anni di carcere per chi partecipa a una “sfida estrema”, le cosiddette challenge, e mette a rischio l’incolumità propria o altrui. La pena può salire fino a quattro anni se la challenge viene condivisa sui social.
A cura di Luca Pons
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Prendere parte a una "sfida estrema" mettendo in pericolo "la propria o l'altrui incolumità", che ci siano danni o meno, potrebbe costare fino a tre anni di carcere. Pena aumentata, che quindi può arrivare fino a quattro anni, se questa challenge viene "diffusa online". È la proposta di Fratelli d'Italia, depositata alla Camera pochi giorni fa e presentata oggi con una conferenza stampa. Il nuovo reato di ‘challenge estrema' troverebbe posto nel Codice penale con un articolo a parte, subito dopo quello che sull'istigazione al suicidio. "Siamo partiti da una semplice domanda", ha spiegato il primo firmatario Dario Iaia: "Quanti like vale una vita umana? E considerato che il fenomeno delle sfide estreme è sempre più crescente nel nostro Paese, abbiamo sentito la necessità di intervenire per colmare un vulnus normativo".

La proposta di legge, se approvata, creerebbe l'articolo 580 bis del Codice penale (il 580, come detto, riguarda l'istigazione al suicidio), che reciterebbe: "Chiunque, al fine di promuovere o partecipare a sfide estreme, di qualunque natura esse siano, pone in pericolo la propria o l'altrui incolumità è punito con la reclusione da uno a tre anni". La pena poi risulterebbe aumentata "nei confronti del promotore" se "la condotta è diffusa online o con qualunque altro mezzo di diffusione di massa". Un'altra aggravante ci sarebbe "nel caso in cui la condotta è posta in essere mediante l'utilizzo, in qualunque modo, di un mezzo di trasporto pubblico o privato". Infine, la sospensione condizionale della pena sarebbe possibile solo stabilendo la "frequenza di un adeguato corso di recupero psicologico pubblico".

Il riferimento del ddl è evidentemente a eventi di cronaca di cui che tornano al centro dell'attenzione pubblica regolarmente, e che in alcuni casi portano a delle vittime. In particolare, quando si parla di "mezzi di trasporto privati" si pensa a eventi come l'incidente stradale del giugno 2023, quando a Roma era morto un bambino di cinque anni. Il riferimento ai mezzi di trasporto pubblici è legato invece a un altro aneddoto raccontato da Iaia: "Un mese fa è apparsa su tutti i giornali la notizia della sfida estrema con un 17enne che aveva percorso oltre 100 km aggrappato a un treno della linea Pescara-Civitanova, per poi una volta sceso venire multato per 516 euro, poco più di una contravvenzione stradale o di un autovelox".

Il deputato ha spiegato: "L'aspetto della prevenzione è dell'educazione è fondamentale, ma anche l'aspetto della sanzione ha un suo peso". Questo è "un testo base assolutamente migliorabile", ha detto, con l'obiettivo di "aprire un dibattito pubblico in modo che come legislatori possiamo intervenire".

Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha commentato: "Riteniamo che sia indispensabile mettere in luce e focalizzare bene il pericolo che si nasconde" dietro quelle "sfide estreme" dietro cui c'è "una situazione dei social che per strapparsi i cosiddetti utenti gli uni dagli altri fanno finta di non vedere cosa si realizza sui social stessi". Anche Foti ha concordato che l'intenzione è di "avviare un confronto libero. A chi si oppone alla nostra tesi chiediamo ‘diteci cosa vorreste fare voi', perché la cosa peggiore che si può fare è l'indifferenza".

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