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Guerra in Ucraina

Fdi presenta odg per aumento spese militari al 2% del Pil: M5s fermo sul ‘no’, maggioranza divisa

La spesa militare divide ancora la maggioranza: il M5s è contrario all’aumento della spesa per la difesa al 2% del Pil, impegno che l’Italia ha preso nell’ambito dell’Alleanza Atlantica. E Fdi prova a spaccare ulteriormente il fronte del centrosinistra, presentando un suo odg a favore dell’incremento della spesa.
A cura di Annalisa Cangemi
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Fratelli d'Italia prova a spaccare ulteriormente la maggioranza sull'aumento della spesa militare verso il 2% del Pil, dopo che il M5s ha annunciato che non voterà a favore di nessun provvedimento che vada in questa direzione.

Isabella Rauti, vicecapogruppo di FdI al Senato, ha depositato un ordine del giorno al decreto Ucraina per riproporre in sostanza i contenuti di quello votato quasi all'unanimità dalla Camera e che impegna il governo ad aumentare le spese militari fino al 2 per cento del Pil. Il testo dell'odg si richiama al voto della Camera del 16 marzo scorso e alle parole che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha pronunciato in più occasioni a favore di un adeguamento delle spese militari agli impegni presi in passato in sede atlantica. Nel dispositivo, impegna il governo "a dare seguito all'ordine del giorno approvato a maggioranza alla Camera dei Deputati lo scorso 16 marzo nonché alle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, in merito alla necessità di incrementare le spese per la Difesa puntando al raggiungimento dell'obiettivo del 2 per cento del Pil".

Il M5s invece, a quanto apprende Fanpage.it, ha deciso all'ultimo momento di non presentare alcun ordine del giorno sul tema delle spese militari. Segno di malumori e mal di pancia all'interno del Movimento, in cui non tutti si sono trovati d'accordo con l'intervista del presidente M5s Conte, che si è allontanato nettamente dalla linea del premier Mario Draghi, il quale proprio poco fa ha ribadito di che l'Italia "osserverà l'impegno, come tutti gli altri governi occidentali", di aumentare le spese militari al 2% del Pil. Il rischio, secondo alcuni parlamentari grillini, è che possa essere alimentata una narrazione di un M5s ancora troppo legato a Putin, facendo tra l'altro sorgere il dubbio di un avvicinamento alla Lega.

"Non potremmo assecondare un voto che individuasse come prioritario l'incremento delle spese militari a carico del nostro bilancio nazionale. In questo caso il Movimento non potrebbe fare altro che votare contro", ha detto chiaramente Conte. "Non saremmo all'altezza della nostra Costituzione se invece di intervenire con investimenti urgenti sulle emergenze per aiutare imprese e famiglie in difficoltà, noi scegliessimo la strada di interventi massicci in spese militari. Questa per noi è una scelta inaccettabile", ha ribadito.

Alle ore 11 questa mattina si è svolta una nuova riunione via zoom dei senatori pentastellati. Alcuni parlamentari del M5s, come l'ex reggente Vito Crimi, hanno sottolineato l'importanza di mettere nero su bianco la posizione pacifista del M5s, sulla scia di quanto dichiarato da Conte. Da qui l'esigenza di un odg, contrario a quello proposto dalla Lega, e che è passato a Montecitorio. L'ex capo politico aveva detto che un eventuale odg avrebbe smentito quello approvato alla Camera sull'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil. Il testo non avrebbe rifiutato gli impegni presi con la Nato, ma "in questo momento le priorità sono altre". Alla fine l'odg non è stato presentato, proprio per evitare divisioni nella maggioranza, e sostanzialmente per non regalare un assist all'opposizione.

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