Favia torna in tv: “Grillo e Casaleggio non mi rispondono più al telefono”
A cinque giorni dal fuorionda choc in cui definiva «Casaleggio un vendicativo che prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste», Giovanni Favia torna a parlare in tv. Stavolta non lo fa «a sua insaputa» come nella registrazione di Gaetano Pecoraro per Piazzapulita, ma in un'intervista in diretta a Otto e Mezzo su La7. Il dirigente regionale del Movimento Cinque Stelle smentisce subito l'ipotesi del «complotto» evocata da Beppe Grillo sul suo blog, ma ammette: «sono stato molto imprudente, mi sono trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. È umiliante per me trovare quello sfogo buttato in pasto ai media, il solo pensiero che possa averlo organizzato io è un'offesa alla mia intelligenza». Ma alla domanda di Lilli Gruber sul se oggi parlerebbe ancora di assenza di democrazia nel Movimento, Favia risponde: «Io devo fare i conti con quello che è successo. Non posso nascondermi. Non ripeterei quelle cose nelle forme e nei modi. Ero sotto stress ma abbiamo dei problemi che hanno portato soprattutto in Emilia Romagna a delle fratture. Non posso essere d’accordo con i modi ma confermo il merito di tutto ciò che ho detto sulla democrazia interna».
Favia sottolinea che gli ultimi giorni non sono stati semplici. Parla di un vero e proprio «killeraggio» in riferimento sopratutto ai commenti sul blog della Casaleggio Associati nei suoi confronti, ma rifiuta l'etichetta di «un Giuda» e respinge al mittente «l'accusa infamante di combine». Poi il consigliere torna sul grande accusato del suo sfogo, il guru dei 5 Stelle «Casaleggio è il cofondatore del Movimento, è una persona capace onesta e rispettabile. Ma il ruolo che ha è un problema perché c'è una lacuna nel Movimento». Favia afferma che il rapporto con Casaleggio si è incrinato perché «si era convinto che io passassi al Pd». E in merito alla domanda dell'intervistatrice sull'eventualità di passaggio alla principale formazione di centrosinistra risponde: «È una delle battute più belle che abbia sentito. È da cinque anni che sono nel movimento. E ci credo ancora». «Tempo fa ricevetti una proposta da una forza politica del centrosinistra – aggiunge – che però rifiutai».
E sull'ipotesi di dimissioni, dice: «Vogliono tagliarmi la testa? La mia é sul tavolo dei miei elettori. Io sono accusato pesantemente ho sempre avuto grande rispetto della nostra base, sono stato umile e mi sono messo in discussione come cittadino, sono sempre stato un portavoce, io rappresento tutti, per questo motivo chiedo scusa ai militanti». Favia dice di «aver perso cinque anni della propria vita per il Movimento» e, dopo quanto accaduto «potevo andarmene, andare nel gruppo misto, riprendermi uno stipendio da manager come gli altri consiglieri, ma non l'ho fatto perché ora ci aspetta la sfida più importante, quella di Roma».
Chiusura dedicata a Grillo che «non mi risponde più a telefono, così come Casaleggio». Favia sottolinea di «dovere molto» all'ex comico genovese, «ma lui si deve ricordare che lui deve molto a noi. Il Movimento – prosegue il grillino pentito – è uno sgabello a tre gambe: la rete, Beppe Grillo e i cittadini che hanno alzato la testa. L'Italia la cambiano i cittadini, non Grillo, ora sta sbagliando. Io ho la responsabilità di affrontare questa cosa». E a Grillo che aveva citato De André che lo aveva sfidato citando una canzone di De Andrè ("Ti senti rinchiuso senza vie di uscita, ma la porta del piccolo locale dove ti trovi (da quanto tempo?) non ha serrature. Se abbassi quella maniglia potrai uscire fuori, ma non lo fai"), risponde con una citazione dello stesso artista genovese:« Anche io cito De Andrè: gettano letame sul Movimento? Dal letame nascono i fiori».