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Fassino e la polemica sugli stipendi d’oro: “Non mi sono mai lamentato e non ho chiesto un aumento”

Fassino prova chiudere la polemica sugli stipendi d’oro con una lunga lunga lettera, in cui ribadisce le sue ragioni: “Non ho espresso alcuna lamentela, tanto meno ho richiesto alcun aumento dell’indennità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il deputato del Pd Piero Fassino prova a spiegare le ragioni del suo intervento in Aula alla Camera, in occasione del voto per il bilancio interno di Montecitorio, e in particolare sugli odg presentati da Fdi e M5s contro l'aumento dei vitalizi. Le sue parole sono state contestate – e il suo partito ha anche preso le distanze dalle sue dichiarazioni – perché il parlamentare dem ha puntato il dito contro chi fa propaganda, perché, a suo dire, lo stipendio percepito da un deputato non è "uno stipendio d'oro", con tanto di cedolino mostrato in Aula. Ma secondo Fassino il senso del suo discorso è stato completamente travisato. Anche se ha dovuto ammettere di essere stato "ingenuo", perché "in questo Paese ormai è diventato difficile ragionare".

"Nel breve intervento – 2 minuti – ho semplicemente ricordato che i vitalizi sono stati ridotti due volte e modificati adottando il metodo contributivo e che l’indennità netta mensile percepita da un deputato è di 4.718 euro. E a conferma del mio dire ho esibito il cedolino (né brandito, né sventolato come con malizia è stato scritto). E poiché è largamente diffusa la vulgata secondo cui i deputati hanno “stipendi d’oro” di 10.000 o più euro al mese, ho sollecitato i colleghi deputati a farsi parte diligente di un’opera di verità", ha scritto in una lettera.

"Il mio intervento si è collocato nella sessione dedicata all’esame del bilancio della Camera, che include anche il trattamento dei deputati. Nel corso della discussione sono stati presentati alcuni ordini del giorno relativi a indennità e vitalizi, sostenuti da interventi dai toni marcatamente populisti e antipolitici che mi hanno indotto a intervenire".

"Poiché – ha detto il deputato – vi è chi ha dedotto dal mio intervento che io chiedessi un miglioramento di quella indennità, ribadisco – e fa fede il verbale del mio intervento – che non ho espresso alcuna lamentela, tanto meno ho richiesto alcun aumento dell’indennità, ribadendo in modo inequivoco che il suo attuale ammontare è più che adeguato. Per inciso segnalo che nella stessa seduta era all’ordine del giorno una proposta di un esponente della destra che richiedeva l’adeguamento dell’indennità dei deputati a quella dei senatori (cioè circa 1000 euro in più). Proposta poi ritirata e contro la quale in ogni caso avrei votato".

"Non ho alcun dubbio sulla condizione drammatica in cui si trovano persone e famiglie a cui il governo ha brutalmente eliminato il reddito di cittadinanza e di chi esercita un lavoro sottopagato a 3/4 euro all’ora. – ha aggiunto Fassino nella lettera – Avendo per anni svolto il mio impegno politico a diretto contatto con il mondo del lavoro, conosco bene la fatica e i sacrifici di chi deve reggere una famiglia con retribuzioni risicate. E sono assolutamente convinto che tanto più oggi esista in Italia una questione salariale che riguarda le condizioni di reddito e di vita di milioni di lavoratori e di pensionati. E ho più volte espresso la convinzione che sia un tema su cui la politica debba dare risposte".

"Per questo insieme agli altri deputati ho partecipato con convinzione alla battaglia contro la eliminazione del Rdc e per l’istituzione del salario minimo legale. Impegno che non è scalfito dal dibattito di qualche ora sulle indennità parlamentari.Infine – ha affermato Fassino – voglio rivendicare che nella mia vita politica e negli incarichi che via via ho ricoperto ho sempre agito per affermare e tutelare gli interessi dei cittadini, profondendo ogni energia per soddisfare al meglio la fiducia accordatami. Chi mi conosce sa che sono una persona per bene, che ci mette la faccia, che si assume le sue responsabilità e non esita a esprimere con chiarezza le sue convinzioni"-

"Naturalmente come chiunque abbia responsabilità e le eserciti posso aver commesso errori, ma mai ho piegato le funzioni pubbliche a cui ero chiamato a mie esigenze personali. E anche il mio intervento in aula dei giorni scorsi era ispirato allo stesso principio".

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