Fase due, spostamenti, seconde case, parchi, bambini, trasporti e Regioni: sei cose che non tornano
Il Dpcm approvato dal governo per dare il via alla fase due dell’emergenza Coronavirus lascia diverse questioni aperte. Non a caso, da palazzo Chigi si fa sapere che nelle prossime ore verranno rilasciate numerose F.A.Q per chiarire i dettagli del decreto. In pratica un manuale di istruzioni per l’uso delle disposizioni varate. Vediamo quali sono alcune delle domande che aspettano risposta.
Gli spostamenti
Come già durante il lockdown, dopo il 4 maggio ci si potrà continuare a muovere da casa solo per comprovate esigenze di salute, lavoro o necessità. A queste motivazioni, il nuovo Dpcm aggiunge un’altra possibilità: andare a trovare i congiunti che si trovano nella propria regione. C’è però nel decreto un bug che potrebbe rendere possibile qualsiasi altro tipo di spostamento. Nella fase due sarà consentito svolgere, nel rispetto delle distanze di sicurezza, “individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva e motoria”,
Se con questa formula s’intende, come sembra, qualsiasi tipo di camminata (ma anche, perché no, andare in bicicletta), ciò significa che ognuno potrà passeggiare in esterno dove crede e per tutto il tempo che crede, al di là di ogni comprovata esigenza. In caso di controllo, potrebbe essere sufficiente giustificarsi dicendo che si sta svolgendo "attività motoria". In pratica, si potrà andare dove si vuole, l’importante è non sapere dove si sta andando.
Le seconde case
Altra innovazione prevista dal Dpcm è la facoltà “in ogni caso” di fare ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione. Se le prime due ipotesi sono ben definite, la terza lascia spazio a diverse interpretazioni. Cosa s’intende per “abitazione”? Possono essere comprese nella definizione le seconde case o altri stabili di proprietà? Anche questo punto andrà chiarito.
Il potere delle Regioni
Il decreto legge approvato dal governo il 24 marzo scorso dà alle Regioni il potere di varare misure più restrittive sul proprio territorio rispetto a quelle decise sul piano nazionale. Non è invece stabilito cosa accada nel caso in cui a livello locale si decida di allargare le maglie in anticipo rispetto ai provvedimenti del Governo. Eppure situazioni di questo tipo si stanno verificando già adesso. In Liguria, ad esempio, un'ordinanza regionale permette da oggi tra le altre cose di allenare i cavalli, fare opere di manutenzione sulle barche o nelle seconde case. In questi casi a prevalere dovrebbero essere le disposizioni nazionali più rigide, ma non è chiaro se nella pratica ci sarà un'uniformità di regole in tutto il Paese e come questa verrà garantita. Conte deciderà di impugnare le ordinanze troppo permissive degli enti locali?
I trasporti
Quello della gestione dei trasporti è un nodo cruciale in vista del ritorno al lavoro di una gran parte degli italiani. Ci si aspetterebbe, dunque, che si preveda un piano di potenziamento dei mezzi pubblici in modo da evitare il sovraffollamento a bordo e garantire il distanziamento sociale. In realtà, il Dpcm va in direzione opposta.
Ai presidenti di Regione, infatti, viene attribuita la facoltà di stabilire “la programmazione del servizio erogato dalle aziende del trasporto pubblico locale, finalizzata alla riduzione e alla soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza COVID-19 […] al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali”. Riduzioni e sospensioni dei servizi sono possibili anche per il trasporto automobilistico, ferroviario, aereo, marittimo su decisione del ministero dei Trasporti.
I parchi
Col nuovo decreto, potrebbero riaprire i parchi e i giardini pubblici. Tuttavia, non è chiaro in che occasioni le persone potranno andarci poiché, come abbiamo visto prima, gli spostamenti saranno ancora subordinati a condizioni molto specifiche. Non solo, nel Dpcm si dà ai sindaci la possibilità di chiudere le aree verdi qualora non sia possibile mantenere le regole di distanziamento sociale e il divieto di assembramento. Non sono definiti, però, i criteri da seguire per prendere questa decisione. Inoltre, si stabilisce che rimangano chiuse “le aree attrezzate per il gioco dei bambini”. Ci si può aspettare, quindi, che siano messi i sigilli su altalene, scivoli e altre strutture? Questo è solo uno dei problemi che coinvolgono la vita dei più piccoli nella fase due.
I bambini
“Dove lascio i miei figli?”. Con le scuole e gli asili chiusi almeno fino a settembre, questa è la domanda che molti genitori si fanno, in previsione del ritorno a lavoro nelle prossime settimane. La prima risposta del governo è la riproposizione nel prossimo decreto economico del congedo straordinario e del bonus baby-sitting. Una soluzione che la stessa ministra per la Famiglia Elena Bonetti ritiene insufficiente, tanto da spingere per aprire oratori e campi estivi. Su questa ipotesi, tuttavia, pesa la contrarietà del Comitato tecnico-scientifico. In conferenza stampa, Conte ha parlato della creazione di “un circuito di solidarietà per favorire le famiglie in difficoltà”. Qualsiasi sia la traduzione di questa formula, una soluzione va trovata in fretta, perché il 4 maggio è sempre più vicino.