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Fase 2, dal 18 maggio la riapertura sarà diversa Regione per Regione

In molti hanno criticato l’impronta nazionale alla Fase 2 data dal governo: non è chiaro il motivo per cui dei territori in cui l’evoluzione dell’epidemia è diversissima debbano tutti adottare le stesse regole. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha però chiarito che dopo il 18 maggio ci sarà spazio per una strategia differenziata in base regionale. Bisognerà però prima monitorare gli effetti della (seppure leggera) riapertura a partire dal 4 maggio, per poter fare le giuste valutazioni.
A cura di Annalisa Girardi
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Annunciando la Fase 2, Giuseppe Conte lo aveva sottolineato più volte: la riapertura sarà uguale in tutta la penisola. Regioni diverse, stesse regole. E in effetti, il nuovo Dpcm annunciato dal presidente del Consiglio lo scorso 26 aprile e in vigore dal prossimo 4 maggio prevede un leggero allentamento delle misure omogeneo su tutto il territorio. Una decisione non sempre condivisa dalle autorità locali: da Nord a Sud, nel Paese l'evoluzione dell'epidemia di coronavirus è diversissima e sono in molti a contestare l'applicazione delle stesse misure nella provincia di Bergamo, messa in ginocchio dall'emergenza, e una provincia del Meridione in cui l'indice di contagio è praticamente ormai azzerato. "Dobbiamo avere un po' di pazienza in più, sapendo che stiamo mettendo in sicurezza il Paese. Poi ci sarà un momento, dopo il 18 maggio, in cui conteranno le differenze territoriali", ha annunciato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia.

A confermare un'ipotesi di questo tipo è anche Vittorio Colao, guida della task force creata dal governo per la fase 2: "Ripartiremo a ondate, pronti a chiudere piccole aree se il male riparte, con regole diverse a seconda delle regioni e mettere alla prova il sistema". In sostanza, dipenderà tutto dall'andamento del contagio che si registrerà nelle prossime settimane. Dal 4 maggio, cioè, si dovrà monitorare attentamente la diffusione del virus sui vari territori, sia per essere pronti a una rapida chiusura nel caso in cui la curva del contagio tornasse a salire, ma anche per valutare se sia il caso o meno di procedere con l'allentamento delle misure restrittive. Una valutazione che, per forza di cose, sarà diversa a seconda delle Regioni allo studio.

Il 18 maggio, allo scadere dell'ultimo Dpcm annunciato da Conte, si provvederà a implementare una strategia differenziata. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha definito un'ipotesi di questo tipo "ragionevole", pur rivendicando l'approccio nazionale adottato dal governo: "Non dimentichiamo che aver fatto il 10 marzo scelte uniformi per tutto il territorio nazionale ha salvato il Centro-Sud. Ricordo che in quei giorni molti volevano chiudere solo il Nord". Il ministro Boccia, nella sua pagina Facebook, ha quindi lanciato un appello alle Regioni, affinché non cominci una gara alla riapertura più prossima: "Più contagi, più restrizioni. Meno contagi, più aperture. Ma il Covid non è stato sconfitto. Faccio un appello a tutte le Regioni: lavoriamo come sempre gomito a gomito, ma non fate partire la gara a chi apre prima perché sarebbe irresponsabile. Il Paese sta ripartendo, ma in sicurezza: non è il momento di allentare la tensione e di dividersi per tre giorni prima o dopo di apertura".

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