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Fascisti, speculatori e affaristi: chi c’è dietro il mondo “pro vita” che guarda a Matteo Salvini

I legami fra la galassia dei movimenti “pro-vita” e quelle che gravitano intorno a Matteo Salvini sono di natura politica, culturale ma anche economica: ecco chi c’è dietro società, comitati d’affari e aziende di investimento che finanziano le manifestazioni e le iniziative pubbliche di un popolo che punta a ridisegnare la mappa dell’egemonia a destra.
A cura di Redazione
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di Lorenzo Bagnoli e Luca Rinaldi Irpi – Investigative reporting project Italy

Roma, piazza Venezia, Marcia per la Vita. Milano, piazza Duomo, Prima gli italiani – Il buonsenso in Europa. Città ed eventi diversi, per un popolo che ormai è sempre più legato. L’elemento comune, in entrambe le piazze, è la destra eversiva, nazionale e internazionale: Forza Nuova, che apre la marcia della famiglia al Congresso delle famiglie di Verona; i tedeschi di Afd, partito neonazista tedesco ormai presenza costante delle Internazionali nere organizzate dalla Lega. In nome del consenso, temi non sempre tradizionalmente affini alla Lega sono diventati il collante tra mondi oggi vicini come non mai. Da “prima il nord” a “prima gli italiani”, soprattutto se con figli.

A ben spiegare la metamorfosi salviniana della Lega sono anche alcune intercettazioni telefoniche agli atti delle ultime inchieste della magistratura sulla galassia nera. In molte di queste si fa strada tra i militanti dell’ultradestra la sensazione che Matteo Salvini altro non abbia fatto in questi anni che rivendicare storiche battaglie dei fascisti del terzo millennio adattandole alla sua retorica. Ma se sul piano ideale destra estrema e Lega si incontrano nella sacra lotta contro “l’invasione” degli immigrati, dunque storia recente, le affinità elettive tra politica e affari dei due movimenti hanno radici più lontane.

Il congresso di Verona ne è stata la dimostrazione, quando sul palco c’erano allo stesso momento personaggi come Ignacio Arsuaga, fondatore dell’associazione spagnola Hazte Oir gravitante nel mondo della destra estrema iberica, Alexey Komov, ambasciatore del congresso mondiale della Famiglia all’ONU, Toni Brandi e Matteo Salvini. Animatore e organizzatore della manifestazione veronese, Brandi è da sempre legato da “uno storico rapporto di amicizia”, come dice lui stesso al Corriere, con Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. Il figlio di quest’ultimo, Alessandro, è portavoce della Onlus “Pro-Vita”. Brandi è abile a cucire i rapporti tra le varie anime “pro-life” di Europa occidentale e orientale: residente da decenni in Repubblica ceca, dove possiede diverse società, si guadagna da vivere facendo viaggiare studenti in tutto il mondo, un business che accomuna l’imprenditore alla destra estrema, che ha fatto di questo settore linfa economica a partire dagli anni Ottanta. Paradossale per chi vuole innalzare confini sempre più invalicabili.

Sono circa una decina le società a cui Brandi risulta essere collegato, tutte connesse al business dei viaggi e dell’accoglienza per studenti. La più importante è la Gts Alive Group: la società è gestita da un holding in Svizzera, con un capitale sociale di 105 mila euro e la base operativa è a Praga. La società fornisce agli studenti la International Student Identification Cards (ISIC), una carta sconti valida in 125 Paesi. Tour operator per studenti in cui Brandi compare nel board sono presenti in Bulgaria, India, Romania e Belgio: un impero che lo mette in contatto con scuola e giovani – due dei suoi cavalli di battaglia – in tutto il mondo.

Quel business, i fascisti di Terza Posizione lo hanno cominciato 30 anni fa, con Easy London, agenzia di collocamento per migranti economici in cerca di fortuna a Londra. Esiste ancora dai tempi di Roberto Fiore, ha aggiunto un italico “Londra Facile” al nome ed è registrata in Italia come associazione culturale. Nel Regno Unito si sono susseguite, una via l’altra, delle altre Easy London “collaterali”, finora sempre legate all’universo nero. Tutte dalla vita piuttosto breve. C’è stata per esempio Easy London (Uk) Ltd, aperta nel 2013 dal figlio dello storico direttore di Easy London Maurizio Catena, Fulvio, che l’ha poi chiusa in tre anni. L’ultima, Easy London Stay, è stata aperta nel 2018. Imprese simili, negli anni, si sono moltiplicate: l’ultima è la Daz London Uk, di Davide Olla, dentro Euro Agency Uk di Roberto Fiore in persona fino allo scioglimento avvenuto nel 2008.

Un’altra società simile, aperta e chiusa nel giro di pochi anni, è stata Uk Privilege. Nel 2014, come scovato dal blog Play the gender card, la società ha stretto un accordo per fornire la carta dello studente prodotta dalla società di Toni Brandi in Gran Bretagna. I soci dell’epoca erano due italiani: uno era Matteo Stella ed è stato candidato sindaco ad Albano Laziale nel 2015 per Forza Nuova; l’altro, Stefano Pistilli, ad Albano ci è nato, ma è a Londra che ha spostato i suoi interessi economici ancora oggi.

Stella a Londra non pare averci abitato. Il suo ruolo in società rispondeva alle richiesta del segretario nazionale: "Fiore mi sta mettendo in mezzo a delle società senza dirmi un c… Vorrei sapere qualcosa, vuole aprire un conto a nome mio in Inghilterra guarda ti prego (…) io non so che fare". Preoccupato, Stella si rivolge così al “camerata” Roberto Benignetti, in una telefonata intercettata dai Ros di Roma nel 2014. I due fanno parte della squadraccia protagonista di diverse aggressioni razziste soprattutto nella Capitale tra il 2012 e il 2013, con bersaglio i bengalesi. Del gruppo faceva parte anche Gabriele Mascia, altro militante di Forza Nuova che secondo l’indagine è un prestanome di Roberto Fiore. Sempre stando alle intercettazioni, ha fatto il factotum per Antonio Brandi, il portavoce dei prolife che piace tanto a Matteo Salvini e al ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana. In questa stessa indagine, c’è infatti traccia di una saldatura tra Lega e l’universo prolife conglomerato intorno a Forza Nuova: in un’intercettazione un militante propone al leader Roberto Fiore di «andare da Salvini e proporgli un accordo con noi, perché noi diciamo da quindici anni ‘ste cose, non è giusto che loro si approprino di quello che diciamo noi…».

Stefano Pistilli nel 2016 è stato tra i fondatori di Coalition pour la Vie e la Famille, associazione belga che “promuove i valori della famiglia” in perfetta sintonia con stile e slogan di Brandi e del Wcf. Già all’epoca, Pistilli era di casa a Londra dove faceva il manager in diverse società, attività che continua ancora oggi. Le società della sua galassia spesso sono connesse all’ultradestra. Prima nel 2016 e poi nel 2018 Pistilli è diventato direttore di due società in precedenza di Sir Jack Silva Veltri, alias Giacomo Lorenzo Silva Veltri. Di quest’ultimo non si sa molto, a parte che ha chiamato una delle sue società Gladio Consulting (Pistilli l’ha chiusa nel 2018) e un’altra Decima Limited (chiusa nel 2017). Due nomi evocativi. Altro passaggio di società che coinvolge imprenditori fascisti è quello della Lions Marketing Ltd: fino al giugno 2016 diretta da Pistilli, è passata poi a Mario Zurlo, ex Nar e negli anni Ottanta tra i capi militari di Terza Posizione.

L’operazione economica più importante, però, Pistilli la inizia con Gepro Investment partners Ltd, gruppo inglese che sta facendo diversi investimenti in Italia, che il 9 maggio ha aumentato il suo capitale fino a 5 milioni di sterline. Prima si è comprata l’agenzia di viaggi Best Tours, poi, a maggio, il Palermo Calcio attraverso la sua controllata Arkus Network. Pistilli ne è direttore, oltre che piccolo azionista, dall’ottobre 2018. Il socio che ha lasciato la direzione a Pistilli, Stephen Paul Bold, è stato almeno fino al 2012 consulente fiscale del Manchester United, come scrive Il Sole 24 Ore. Ancora oggi il contabile gestisce società il cui nome inizia con “Gepro”.

Le quote maggiori della Gepro Investment partners Ltd le detengono i fratelli Salvatore e Walter Tuttolomondo, attraverso il gruppo Gimm Group. Salvatore nel 1993 è stato arrestato per il crack di Ambra Assicurazioni nell’ambito di una inchiesta della procura di Milano sulla bancarotta della Ambra Assicurazioni e sul fallimento della sua Fiscom Finanziaria. Una vicenda che per Tuttolomondo si è chiusa con la prescrizione. Insieme a lui, erano stati coinvolti il cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti e il “notaio di Dio” Nicola Di Cuommo, che all’epoca firmava documenti anche per la Democrazia Cristiana di Ciarrapico. Il caso scoppiò proprio a seguito della cessione della compagnia di assicurazioni milanese per la quale fu costruito un enorme sistema di società che fingeva di spostare soldi, quando in realtà le casse erano vuote. Nel 1993 La Voce delle Voci aveva inserito Tuttolomondo tra gli iscritti alla Loggia P2 di Licio Gelli, il “grande vecchio” che più di una volta è stato avvicinato agli ambienti della destra eversiva.

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