La destra si sta già spartendo i ministeri, la sinistra sta litigando su tutto. In meno di quindici parole, ecco a che punto è la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche previste per il 25 settembre. Un quadro esaltante per chi sogna Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e Matteo Salvini al Viminale. Sconfortante, per chi vive questa prospettiva come un incubo a occhi aperti.
Di questo dovrebbero parlare oggi Letta e Calenda, che si incontrano per decidere se allearsi o meno, dopo settimane di battibecchi, veti e ultimatum, buon ultimo quello sulla proposta del Pd di tassare le eredità multimilionarie per finanziare una dote d’ingresso all’età adulta per i giovani dai 13 ai 17 anni d’età. Il negazionismo climatico, lo stop agli sbarchi, l’autonomia differenziata, la lotta all’ideologia gender, il presidenzialismo, il condon…ehm, la pace fiscale: tutte le proposte del centrodestra passano invece come se fossero innocua acqua fresca, come se non valesse la pena nemmeno provare a rispondere. Come se non fosse quella la partita.
È uno stillicidio quotidiano, quello tra Azione e la combo Sinistra Italiana-Europa Verde, i Cinque Stelle e i fuoriusciti dal Movimento, Italia Viva e la galassia di centrosinistra tutta. Una rissa che ogni giorno che passa rafforza la destra di Meloni e Salvini, che ormai hanno perso il conto dei giorni in cui non sono stati nemmeno sfiorati dagli strali dei loro, supposti, avversari, e che ha come effetto finale quello di indebolire il Partito Democratico e il suo leader Enrico Letta. Che agli occhi degli elettori, a oggi, appare del tutto incapace di tenere insieme una coalizione così litigiosa che a confronto l’Unione di Prodi era un convento di francescani. Figurarsi quando si dovrà parlare di programmi e di candidature.
Ed è proprio questo, in fondo, il vero disastro della campagna elettorale del centro sinistra, perlomeno sino a oggi: quello di restituire ogni giorno che passa l’immagine di un centro destra molto più coeso di quanto non lo sia in realtà, già al lavoro sul programma e che addirittura sta già riempiendo le caselle dei ministeri per quando sarà al governo. Una finzione, questa, che nasconde i dissapori tra Meloni e il duo Salvini-Berlusconi, i mal di pancia dentro la Lega, la diaspora di Forza Italia.
E che solo il suicidio del centro sinistra, uno dei peggiori che si siano mai visti, sta rendendo possibile.