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Fantinati (M5S): “I parlamentari vengono pagati con soldi pubblici, giusto che vengano controllati”

Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Mattia Fantinati (M5S) ha annunciato l’intenzione di proporre il rilevamento obbligatorio delle impronte digitali di senatori e deputati al fine di contrastare il fenomeno dell’assenteismo in Aula e quello dei cosiddetti “pianisti”. Per capire meglio la questione, Fanpage.it ha raggiunto il sottosegretario Fantinati per un’intervista sul tema.
A cura di Charlotte Matteini
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Pochi giorni fa, il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Mattia Fantinati (M5S) ha annunciato l'intenzione di proporre il rilevamento obbligatorio delle impronte digitali di senatori e deputati al fine di contrastare il fenomeno dell'assenteismo in Aula e quello dei cosiddetti "pianisti", ovvero degli onorevoli che votano al posto dei colleghi assenti per far figurare la presenza in Aula e dunque permettere a chi non c'é di percepire lo stesso la diaria pur non partecipando al 30% delle votazioni giornaliere minime richieste. Per capire meglio la questione, Fanpage.it ha raggiunto il sottosegretario Fantinati per un'intervista sul tema:

Sottosegretario Fantinati, lei ha annunciato l'intenzione di proporre il rilevamento obbligatorio delle impronte digitali non solo per i dipendenti pubblici ma anche per i parlamentari. Com'è stata accolta la sua proposta dai colleghi?

Come Movimento 5 Stelle questa era una battaglia che avevamo già fatto e avevamo già denunciato più volte questo fenomeno dei pianisti. L'ultimo episodio, molto recente, per esempio è quello accaduto in Senato intorno all'inizio di ottobre quando venne vista la senatrice Bernini di Forza Italia votare per una sua collega. Bernini quando è stata pizzicata in fallo ha reagito un po' come fosse una scolaretta, sorridendo, quasi fosse stata "sgamata" – per utilizzare un termine da studente – a passare un bigliettino al compagno di classe per copiare. Questo fenomeno però è una cosa seria, perché noi votiamo per il futuro degli italiani e lavorando utilizziamo dei fondi pubblici, delle risorse degli italiani. Visto che nel Ddl Concretezza prevediamo che i dipendenti pubblici debbano essere sottoposti a verifiche e controlli biometrici secondo me è lecito chiedere la stessa cosa per i parlamentari. 

Perchè sono pagati da soldi pubblici come gli statali?

Esatto. Io come Sottosegretario alla Pubblica Amministrazione ho grande rispetto per i soldi pubblici e dobbiamo immaginare non solo che siano spesi bene ma anche con criterio. Io non posso vedere i cosiddetti "furbetti del cartellino" in un Paese civile come l'Italia, non si devono e non si possono vedere. Poi sono anche numericamente pochi, perché all'interno della Pubblica Amministrazione ci sono tantissime persone assolutamente professionali, ma noi come governo dobbiamo fare di tutto affinché queste vicende non si ripetano. Dall'altra parte, non si devono vedere nemmeno i "pianisti" parlamentari, perché io con che faccia, con che coerenza, con che credibilità posso chiedere ai dipendenti pubblici le impronte digitali se poi gli stessi parlamentari non sono tenuti a depositarle e possono votare per il vicino assente? Io ci metto la faccia e la voglio mettere in maniera coerente e per questo – visto che non posso presentare una proposta di legge per l'autodichia delle Camere – scriverò una lettera al presidente Fico perché tempo fa alla Camera una trentina circa di deputati ha chiesto di non depositare le impronte digitali mentre al Senato l'obbligatorietà delle impronte per votare non è previsto. Ora, ovviamente il lavoro del parlamentare non si riduce solo al voto, è un lavoro di preparazione, di interpellanze, di mozioni, però il voto è un momento assolutamente importante tanto è vero che chi non raggiunge il 30% delle votazioni giornaliere perde la diaria. 

Secondo lei i controlli biometrici possono essere sufficienti a contrastare le malpractice dei cosiddetti "furbetti del cartellino" o "del tastierino"?

Sicuramente non sono sufficienti, l'assenteismo è una piaga che va combattuta e spero che i governi dopo di noi continuino a combatterla, ma non è l'unico problema della Pubblica Amministrazione. Noi nel Ddl Concretezza abbiamo predisposto anche un nucleo di valutazione, perché la valutazione non può essere fatta internamente, per esempio ci sono molti dirigenti della Pa che si autovalutano e lei capisce che non è possibile autovalutarsi da sè, ci vuole anche una valutazione del cittadino, serve anche una valutazione di un nucleo esterno alla Pa. Noi dobbiamo provare a puntare sulla meritocrazia, io sto facendo una comparazione anche con l'estero per capire come trasformare la Pa in un settore meritocratico dove chi lavora bene possa essere premiato – e ci sono tanti lavoratori professionali e capaci – e dove invece chi lavora male ed è uno scansafatiche venga punito. Attualmente vengono per esempio erogati premi a pioggia, mentre invece la Pubblica Amministrazione dovrebbe essere meritocratica perché per prima cosa fornisce dei servizi utilizzando fondi pubblici e dunque soldi dei cittadini e secondariamente se non siamo meritocratici non siamo nemmeno credibili. Capisco anche i giovani che scappano all'Estero, si vedono continuamente scavalcati da persone che hanno più conoscenze e raccomandazioni che competenze ed è normale che fuggano dall'Italia. 

Lei è sottosegretario alla Pubblica Amministrazione. In questi mesi di lavoro ha potuto capire quali sono le reali problematiche che di fatto bloccano il Paese? Si tratta solo di eccesso di burocrazia?

I problemi sono tanti, sicuramente la mancata meritocrazia che abbiamo appena citato è uno di questi, poi ci sarebbe il problema della semplificazione burocratica perché ora se un cittadino o un imprenditore ad esempio vuole fare una pratica deve fare il giro delle sette chiese mentre dovrebbe poter parlare con una persona sola. Per noi il tema della semplificazione è molto importante, tanto che lo seguirà il presidente Conte in prima persona. C'è anche da dire che la Pa è indietro sulla digitalizzazione, diciamo che siamo indietro proprio come Paese da questo punto di vista, c'è un grosso digital divide che è molto più marcato rispetto ad altri Paesi europei. Noi dobbiamo pensare che ogni procedura dovrebbe poter essere fatta dal pc di casa o dell'azienda, nel 2018 la digitalizzazione diviene fondamentale anche per ridurre i costi e per noi la partita del digitale è assolutamente importantissima, le procedure non dovranno essere solo "first digital" ma soprattutto "only digital". 

Un'ultima domanda: negli ultimi giorni alcuni senatori M5S stanno protestando contro il decreto Sicurezza e minacciano di non votarlo in Aula. Come considera la loro presa di posizione?

Guardi, quando noi eravamo tutti compatti i mass media sostenevano che eravamo una dittatura e che non c'era libertà di pensiero, ora che invece c'è qualcuno che dice di pensarla in maniera differente e si allontana dal sentiero si parla di dissidenti. Dentro il Movimento 5 Stelle ci sono tante teste e tante anime, però al momento delle votazioni siamo sempre andati compatti, poi la discussione interna ci può stare ed è fisiologica in un gruppo però quando è ora di votare siamo sempre stati compatti e sono sicuro che anche questa volta sarà così. 

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