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Famiglie Lgbt a Padova, le opposizioni insorgono: “Disumano rendere dei bambini orfani per decreto”

Netta la reazione di diversi esponenti dell’opposizione alla scelta della Procura di Padova di impugnare 33 atti di nascita appartenenti a bambini nati da coppie omogenitoriali. La Procura chiede ai giudici di cancellare il genitore non biologico dagli atti. Per Zan (Pd) è una decisione “crudele e disumana”, e molti gli hanno fatto eco.
A cura di Luca Pons
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"Una decisione crudele e disumana, diretta conseguenza della politica persecutoria del governo contro le famiglie arcobaleno. Questi bambini rimarranno orfani di una madre per decreto". Alessandro Zan, deputato del Pd e responsabile Diritti nella segreteria del partito, non ha usato mezzi termini per descrivere il procedimento avviato dalla Procura di Padova, che ha impugnato 33 atti di nascita risalenti al periodo dal 2017 a oggi, tutti di figli di due mamme.

Dalla maggioranza ha commentato solo il coordinatore veneto di FdI, il senatore Luca De Carlo, sostenendo che "la richiesta della Procura rispetta quanto previsto dalla normativa nazionale" e che "non si tratta di ideologia, ma di difendere i diritti dei minori e delle donne". Al contrario, dalle persone coinvolte e dalle opposizioni si sono alzate diverse voci di protesta.

Il sindaco di Padova: "La politica pensi ai bambini, non all'ideologia"

Parlando all'Ansa, una delle donne interessate dal provvedimento ha detto che per la figlia rischia di essere "un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più una mamma". La Procura ha scritto nella notifica inoltrata alla famiglia che il cambio di cognome, vista la giovane età (sei anni) non dovrebbe avere un impatto sulla "vita sociale" della figlia. "Mi chiedo come possa un Tribunale di uno Stato, escludere che una bambina di sei anni possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia", ha detto la donna.

Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, si è detto "sereno e convinto delle scelte fatte", perché "non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito e appena nascono nei loro fondamentali diritti". Le trascrizioni sono sempre state comunicate alla Procura, senza aver mai ricevuto obiezioni. "C'è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare ma fino ad ora non lo ha fatto. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini", ha concluso Giordani.

Pd, +Europa e M5s uniti nella protesta: "Omofobia di Stato si accanisce contro le famiglie arcobaleno"

L'intervento di Alessandro Zan sulle azioni della Procura ha anticipato le reazioni di molti altri esponenti delle opposizioni. Sempre dal Pd anche Rachele Scarpa – che poche ore prima era intervenuta in Aula nel dibattito sulla proposta di rendere la Gpa un ‘reato universale' – ha parlato di un "accanimento contro le famiglie arcobaleno inaugurato dall' insediamento del governo Meloni".

Una decisione "conseguenza del vuoto legislativo che il governo continua a mantenere e a sostenere attivamente" che è uno "sfregio dell'interesse superiore del minore, che si vedrebbe cancellare con un colpo di spugna burocratico uno dei genitori". Scarpa ha continuato: "È semplicemente atroce pensare che dei bambini di 7 anni possano ritrovarsi dalla sera alla mattina privati legalmente di una delle loro mamme", ma alla destra "di questi bambini non interessa assolutamente nulla".

Un'altra delle persone che aveva parlato in Aula da poco, nello stesso dibattito era Chiara Appendino, deputata M5s e prima sindaca in Italia a trascrivere il figlio di una coppia omogenitoriale. "Quando lo Stato non ha il coraggio di colmare un vuoto normativo si arriva a situazioni folli come questa di diritti dati e a distanza di anni revocati. E mentre il Governo blatera di assurdi reati universali, le conseguenze le pagano i bambini senza garanzie", ha scritto.

Ancora dal Pd, la eurodeputata Alessandra Moretti ha definito l'azione della Procura "ingiustificato, in linea con un governo che vorrebbe controllare le vite, i destini e le scelte personali di tutti noi". La leader e il segretario di +Europa, Emma Bonino e Riccardo Magi, hanno diffuso una nota: "Non 33 pezzi di carta ma 33 bambini, esseri umani. Ecco cosa produce l'omofobia di Stato di questo governo. Come si fa ancora a sostenere che non c'e' la volontà di discriminare questi bambini? Sembra un governo dei talebani e degli ayatollah".

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