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Morte di Silvio Berlusconi

Falso testamento colombiano di Berlusconi, arrestato l’imprenditore che minacciò i figli del Cavaliere

Chiusa indagine sul falso testamento di Berlusconi: è stato arrestato in Colombia ‘imprenditore Marco Di Nunzio, 56 anni. Avrebbe agito “minacciando gli eredi legittimi” del Cavaliere, ovvero i cinque figli, “nell’intento di insinuarsi nell’asse ereditario e farsi corrispondere le somme e i beni indicati” nei tre falsi atti o una “eventuale minor somma” per “tacitare le sue pretese”.
A cura di Annalisa Cangemi
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È stato arrestato in Colombia, su su provvedimento delle autorità colombiane, Marco Di Nunzio, l'imprenditore torinese indagato dalla Procura di Milano per la vicenda del ‘falso testamento colombiano' di Silvio Berlusconi. Lo ha comunicato in una nota la Procura di Milano, che informa di aver concluso le indagini preliminari sul 56enne, in vista della richiesta di processo per il 55enne per falso in testamento e tentata estorsione ai danni dei figli del Cavaliere.

L'uomo è accusato di "tre diversi falsi testamenti olografi" riferibili a Silvio Berlusconi, sottoscritti 21 settembre 2021 nell'ufficio della "Notaria Primera di Cartagena – Bolivar" con i quali rivendicava beni del Cavaliere per 26 milioni di euro, il 2% delle azioni Fininvest, la nave ‘Principessa VaiVia' e il 100% delle quote delle società proprietaria della villa di Antigua dell'ex presidente del consiglio morto il 12 giugno 2023 all'ospedale San Raffaele.

Di Nunzio, arrestato per i falsi commessi in Colombia, è indagato a Milano anche per tentata estorsione. Avrebbe minacciato gli eredi legittimi, Marina Elvira Berlusconi, Pier Silvio Berlusconi, Barbara Berlusconi, Eleonora Berlusconi e Luigi Berlusconi, di intentare causa per farsi corrispondere quelle somme. Secondo i magistrati Di Nunzio avrebbe agito "minacciando gli eredi legittimi" del fondatore di FI, "nell'intento di insinuarsi nell'asse ereditario e farsi corrispondere le somme e i beni indicati" nei tre falsi atti o una "eventuale minor somma" per "tacitare le sue pretese".

Prima avrebbe "mandato numerose diffide agli eredi" e tentato di depositare i primi due testamenti all'Archivio Notarile di Milano". Poi depositato un terzo ‘finto testamento' in uno studio notarile di Napoli facendo sparire la dicitura "erede universale" e la sua firma.

Infine durante la puntata di Report del 22 ottobre 2023 avrebbe minacciato di "diffondere documentazione non meglio specificata" per alimentare il "clamore mediatico".

"Una volta che c'è la pubblicazione del testamento ufficiale vediamo di arrivare a un accordo con la famiglia Berlusconi, sennò facciamo direttamente causa", ha detto alle telecamere il torinese assistito dall'avvocato Lorenzo Muracchini. "Abbiamo un sacco di documentazione, dai video dalle carte di Antigua e tutto il resto, perché c'è, è tutto documentato – ha aggiunto -. Ah no, andiamo a fare una transazione a saldo e stralcio con la famiglia Berlusconi".

"Purtroppo conosciamo come sono le cause in Italia, possono durare anche 10 o 15 anni,è molto meglio a volte, per il quieto vivere, arrivare a una transazione".

Le indagini del Nucleo Pef della guardia di finanza di Milano sono state coordinate direttamente dal Procuratore di Milano, Marcello Viola, con la sostituta Roberta Amadeo. L'inchiesta è nata da una segnalazione inviata alle Procure di Milano e Roma dell'ex ambasciatore italiano a Bogotà, Gherardo Amaduzzi, lo scorso 28 di giugno e dalla querela presentata dagli eredi del fondatore di Forza Italia assistiti dall'avvocato Roberto Perroni, che già mesi fa ha fatto sapere agli inquirenti come fosse impossibile che il 21 settembre 2021 Berlusconi si trovasse in Colombia per firmare qualunque documento o testamento. La chiusura indagini della Procura di Milano è atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.

L'inchiesta è stata possibile grazie all'analisi di documenti – ottenuti anche attraverso una rogatoria internazionale in Colombia – e all'ascolto di vari testimoni, tra cui Marta Fascina, per ricostruire dove davvero si trovasse Berlusconi nel giorno della firma del presunto testamento colombiano.

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