Fabrizio Barca: “Il governo tecnico non ha salvato il paese”

Fabrizio Barca, neo iscritto del Pd e serio candidato ad interpretare un ruolo dirigenziale nel partito di centrosinistra, ha esternato una considerazione tutt'altro che irrilevante, in merito a quelli che siano stati davvero gli effetti benefici del governo tecnico, di cui ha fatto parte, sulle sorti del paese: "Ho fatto parte di un governo di tecnici ma non mi pare abbiamo risolto i problemi del Paese". Ricordiamo che Barca ha ricoperto, nella compagine guidata da Monti, il ruolo di ministro per lo sviluppo territoriale e, proprio nelle ultime settimane, specie a partire dalla spaccatura interna al Pd dovuta alle vicende quirinalizie, ha preso in mano la situazione tentando di incarnare il ruolo guida per una riforma interna al partito, in merito alle sue dinamiche e al suo funzionamento sul territorio. Indipendentemente dalla sua onestà intellettuale è evidente che, all'origine di questa affermazione esista una volontà, da parte dell'ex ministro, di crearsi una verginità politica che gli consenta di distaccarsi dal vituperato governo tecnico.

Poi non arresta le sue critiche costruttive ai mali che affliggono la sinistra italiana ed hanno portato ad avere le difficoltà di cui il Partito democratico è palesemente sofferente: "A livello nazionale falliamo da 20 anni a causa di un'ipotesi che si è infiltrata nelle testa della sinistra italiana, generando impotenza, la sinistra si è convinta che un Paese si governa bene se il potere è concentrato nelle mani di pochissime persone". Ha pronunciato queste parole in un incontro con i giovani democratici a Bari, dove ha rincarato la dose ritenendo che il Pd sia "Una risorsa inutilizzata del paese, dobbiamo convincerci che il partito che vogliamo serve per governare".