Extraprofitti, si chiude un anno record per le banche: quanto hanno guadagnato nel 2024
Per le banche si chiude un altro anno d'oro. I profitti del 2024 sono destinati a superare quelli del 2023, che già avevano segnato livelli record.
Nei due anni precedenti infatti, gli istituti dell'Eurozona, in particolare le banche italiane, avevano visto i loro utili crescere notevolmente, grazie soprattutto all'aumento dei tassi d'interesse operato dalla Banca centrale europea per contenere l'inflazione.
Di fronte alle stime sul graduale rallentamento dei prezzi, nella seconda metà del 2024, la Bce ha avviato un progressivo taglio dei tassi, per un totale di quattro interventi – da giugno a dicembre – che hanno portato a un abbassamento degli interessi dell'1%.
Quest'operazione aveva spinto gli analisti a chiedersi se le banche sarebbero riuscite a portare a casa gli stessi utili guadagnati nel 2023. Ebbene, anche se i dati ufficiali relativi ai saldi finali saranno pubblicati solo nei primi mesi del 2025, il responso pare già chiaro.
Secondo i numeri presentati a novembre e relativi a primi nove mesi del 2024, le cinque maggiori banche italiane chiuderanno l'anno con guadagni superiori a quelli del 2023. Parliamo di Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBpm, Bper e Mps, i cui rispettivi utili hanno superato i vecchi record.
Alla fine quindi, il taglio degli interessi non sembra aver avuto, per ora, un impatto negativo sul prezzo delle azioni e sui profitti degli istituti finanziari, che si confermano redditizi.
Tra le banche ad aver registrato le migliori performance quest'anno, spicca al primo posto l'italiana Unicredit, con un incremento azionario superiore al 50%. Ma anche Intesa Sanpaolo, con un aumento del +40%, seguita dalla tedesca Deutsche Bank (+30%).
Eppure, nonostante le banche abbiano consolidato la propria crescita, nella manovra appena approvata dal Parlamento, il governo non ha inserito la discussa tassa sugli extraprofitti, ma nel 2025 si limiterà a chiedere agli istituti una sorta di prestito.
Si tratta di un rinvio di alcune detrazioni fiscali, le DTA (le imposte differite attive), riconosciute a banche e assicurazioni per un totale di 3,5 miliardi di euro. Un anticipo di liquidità che queste dovranno versare, ma che andrà poi restituito dallo Stato nel 2027.
Come andrà il 2025 per le banche secondo gli analisti
Cosa succederà nel 2025? Gli analisti ipotizzano che i ricavi da interessi scenderanno leggermente, perché le strategie di copertura strutturale messe in atto dagli istituti saranno in grado di compensare solo in parte il taglio dei tassi. Dall'altro lato, l'abbassamento del costo del denaro dovrebbe incentivare i prestiti in tutta l'Eurozona.
Ci sono però ancora diverse incognite, tra cui quelle legate al livello del rischio di credito, ovvero la probabilità che un debitore non riesca a pagare i propri interessi, che incide sulla solidità del sistema bancario. Finora il rischio di credito è rimasto basso, ma fattori come la crisi dell'automotive potrebbero provocarne l'aumento.