Exit poll elezioni regionali: i primi dati Regione per Regione
Alla chiusura dei seggi, alle ore 15 di lunedì 21 settembre, sono stati diffusi i primi exit poll riguardanti le elezioni regionali 2020. Si vota in sei Regioni a statuto ordinario (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto) e una a statuto speciale, la Valle d’Aosta. Stando ai primi exit poll diffusi dal Consorzio Opinio per la Rai, durante lo speciale Tg1, nessuna sorpresa in Campania, Liguria e Veneto, dove si va verso una riconferma per Vincenzo De Luca, Giovanni Toti e Luca Zaia. Nelle Marche è avanti il centrodestra con Francesco Acquaroli, in Puglia parità tra Michele Emiliano e Raffaele Fitto e in Toscana avanti il centrosinistra con Eugenio Giani. Lo spoglio delle schede delle regionali inizierà al termine degli scrutini per il referendum sul taglio dei parlamentari.
Vediamo i dati dei primi exit poll Regione per Regione:
Campania:
Vincenzo De Luca (centrosinistra) 54-58%
Stefano Caldoro (centrodestra) 23-27%
Valeria Ciarambino (M5s) 10,5-14,5%
Liguria:
Giovanni Toti (centrodestra) 51-55%
Ferruccio Sansa (Pd-M5s) 38-42%
Marche:
Francesco Acquaroli (centrodestra) 47-51%
Maurizio Mangialardi (centrosinistra) 34-38%
Gian Mario Mercorelli (M5s) 7-9%
Puglia:
Michele Emiliano (centrosinistra) 39-43%
Raffaele Fitto (centrodestra) 39-43%
Antonella Laricchia (M5s) 11-15%
Ivan Scalfarotto (Italia Viva) 1-3%
Toscana:
Eugenio Giani (centrosinistra) 43,5%-47,5%
Susanna Ceccardi (centrodestra) 40-44%
Irene Galletti (M5s) 4,5-6,5%
Veneto:
Luca Zaia (centrodestra) 72-76%
Arturo Lorenzoni (centrosinistra) 16-20%
Enrico Cappelletti (M5s) 3-5%
Le sfide più attese sono quelle nelle Marche, in Puglia e in Toscana, dove si attendeva un equilibrio maggiore. In particolare obiettivo del centrodestra è quello di strappare due regioni tradizionalmente ‘rosse' al centrosinistra: le Marche e la Toscana. Soprattutto quest'ultima è una delle partite più delicate, con il Pd insediato dalla leghista Susanna Ceccardi. Da più parti, comunque, i leader dei vari partiti hanno ribadito che quello del 20 e 21 settembre sulle regionali, così come per il contestuale referendum costituzionale e per le elezioni amministrative, non è un voto nazionale e non avrà conseguenze sul governo.