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Ex Ilva, governo deposita ricorso urgente contro la decisione di Arcelor Mittal di chiudere

Il governo ha depositato un ricorso urgente contro la decisione della multinazionale Arcelor Mittal di chiudere gli impianti dell’acciaieria Taranto. Conte: “Arcelor Mittal ne risponderà in sede giudiziaria sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d’urgenza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo ha depositato un ricorso urgente contro la decisione di Arcelor Mittal di chiudere gli impianti di Taranto. Lo ha comunicato su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"È stato depositato il ricorso ex art.700 cpc al fine di fermare il depauperamento di un asset strategico del nostro sistema industriale come lo stabilimento ex Ilva di Taranto – ha scritto il premier – Il governo non lascerà che si possa deliberatamente perseguire lo spegnimento degli altiforni, il che significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale". Secondo Conte, "Arcelor Mittal si sta assumendo una grandissima responsabilità, in quanto tale decisione prefigura una chiara violazione degli impegni contrattuali e un grave danno all'economia nazionale".

Di questo, ha continuato, "ne risponderà in sede giudiziaria sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d'urgenza. Ben venga anche l'iniziativa della Procura di Milano che ha deciso di intervenire in giudizio e di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda".

Intanto al ministero dello Sviluppo economico si è svolto l'incontro tra ArcelorMittal e i sindacati. Al tavolo era presente anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Oggi Arcelor Mittal "ha dichiarato qualcosa che ci ha lasciato piuttosto perplessi, e cioè che è tutto legato allo scudo quando, dal 12 settembre, dichiara che sono necessari 5mila esuberi per un problema strutturale dell'impianto, e che non potrà produrre più di 4 milioni di tonnellate. Io credo che l'azienda deve mettersi d'accordo con se stessa", ha detto il titolare del Mise, allontanandosi dalla riunione.

Il presidente del Consiglio "ha preso molto seriamente la situazione della vertenza" ed ‘‘è evidente". Infatti ‘‘ha voluto subito andare a Taranto, mettendoci la faccia. È il presidente del Consiglio – ha aggiunto Patuanelli – che comunica, rispetto al proseguo delle trattative e ai contatti con l'azienda".

L'azienda era rappresentata dall'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli mentre per i sindacati erano presenti i leader di Cgil, Cisl e Uil, Annamaria Furlan, Maurizio Landini e Carmelo Barbagallo, e quelli delle sigle metalmeccaniche, Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella. All'incontro la multinazionale franco-indiana avrebbe premesso che non "sono stati rispettati i termini del contratto dal punto di vista legale". 

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