Eutanasia legale e fine vita: dal Parlamento italiano solo ritardi e rinvii
Dopo diversi appelli inascoltati, ieri Fabiano Antoniani, Dj Fabo, è andato Svizzera, in una clinica – il cui nome è stato tenuto segreto – che consente il suicidio assistito. Lì questa mattina alle 11 e 40 ha scelto di morire, accompagnato da Marco Cappato, il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni.
Più volte Dj Fabo si era rivolto al Parlamento e al governo perché accelerassero l'approvazione di una legge su eutanasia e testamento biologico. Sul tema però si procede a rilento – o non si procede affatto. Sull'eutanasia in tutto sono state depositate sei proposte di legge che dovrebbero confluire in un unico testo. -Tra queste ce n'è una di iniziativa popolare presentata proprio dalla Coscioni, che prevede che per aver diritto all' eutanasia, la richiesta debba provenire da un paziente maggiorenne, affetto da una malattia che provoca gravi sofferenze e inguaribile, e che non si trovi in stato di incapacità di intendere e di volere, debba essere attuale e accertata, i parenti del paziente ne devono esserne informati.
Tutto, però, è fermo da un anno: dopo l'avvio a marzo del 2016 dell'esame dei disegni di legge, nelle commissioni Affari Sociali e Giustizia della Camera dei deputati, non c'è stato nessun progresso. Eppure, secondo un sondaggio condotto recentemente dalla SWG, il 77% degli italiani ritiene opportuno che il legislatore intervenga su un argomento come il fine vita. E sono in molti a rivolgersi alle associazioni – tra cui la Coscioni – per accedere all'eutansia all'estero, ad esempio in Svizzera.
Un piccolo passo avanti si è avuto per quanto riguarda il testamento biologico, anche se è di pochi giorni fa l'ennesimo rinvio, il terzo in due mesi: il testo – che a dicembre era stato approvato dalla Commissione Affari sociali – sarebbe dovuto arrivare oggi in Aula, ma la data è slittata a marzo. Formalmente il motivo è che la Commissione Affari sociali non ha potuto votare il mandato al relatore, perché tardano ad arrivare i pareri delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia che chiedono più tempo a disposizione per l’esame in sede consultiva. Sostanzialmente le forze politiche non riescono a trovare un accordo (soprattutto sulla Dichiarazione anticipata di trattamento – Dat, ossia le "convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali", espresse da ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere. E così si blocca tutto.
Mentre il Parlamento è fermo, sarebbero circa novanta al mese i cittadini italiani che si rivolgono all'associazione Exit Italia per chiedere di avere informazioni su come ottenere il suicidio assistito in Svizzera. Costretti a un costoso esilio per scegliere come morire.