Euroscettici a Milano, Le Pen: “Schengen è un’infamia”
Si è aperta tra le proteste la giornata milanese della destra europea. Oggi nel capoluogo lombardo il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha chiamato a raccolta gli esponenti dell'eurogruppo "Enf – Europa delle nazioni e delle libertà", nella prima uscita ufficiale per il convengo "Più liberi più forti. Un'altra Europa è possibile", al Mico, l'auditorium della fiera di Milano. Una montagna di letame è stata lasciata da gruppi antagonisti a due passi dal centro congressi, ad accogliere Salvini e i partecipanti all'appuntamento, tra cui, ospite d'onore, Marine Le Pen, leader del Front National. Contro la manifestazione è stato anche organizzato un corteo di protesta. Attorno al Mico sono state potenziate le misure di sicurezza, schierando decine di uomini e blindati. Nel suo saluto introduttivo il segretario della Lega Nord ha ringraziato le forze dell'ordine "impegnate a tenere a bada quattro nazisti rossi che devono andare a scuola di democrazia e non sanno cosa sia il rispetto". Il riferimento è agli antagonisti in protesta fuori dal convegno. Salvini si è anche rivolto ai giornalisti "che hanno raccontato e racconteranno quando ci diremo senza paraocchi e senza parlare di raduno di estrema destra e neonazisti, perchè quelli sono fuori da questo palazzo, non dentro".
"Siamo soliti dire che siamo tutti figli di Roma, ma siamo anche gli eredi di Milano". Così la leader del Front National Marine Le Pen ha iniziato il suo intervento al congresso, focalizzandosi poi subito sulla "disgregazione dell'Unione europea": "Ma io non m preoccupo davanti a questa situazione, anzi vedo segnali incoraggianti a iniziare dalla Francia e dell'Italia. L'Ue si sta disgregando ovunque e questo prepara un futuro più felice per le nostre nazioni e i nostri popoli. La crisi dell'euro in Grecia ha dimostrato che la moneta unica è contro la democrazia e l'interesse economico delle nazioni che compongono l'eurozona, ha fatto capire che il ritorno concordato alle monete nazionali e la trasfrormazione dell'euro in semplice moneta comune porterebbe molti vantaggi". L'Europa della pace "non impone alle nazioni di funzionare allo stesso ritmo, la stessa moneta aumentando rancori e odi", ha aggiunto Le Pen, sostenendo che "non è solo l'euro ad avere le ore contate": "Un altro pezzo che si sta sgretolando è lo spazio Schengen e non posso che rallegrarmi di questa disgregazione che corrisponde alla volontà dei popoli europei".
Per la leader del Front National "ciò che viene chiamata crisi dei migranti ha rivelato l'infamia di Schengen. Il progetto che portano avanti è sostituire le polizie di frontiera e dogane con un ente esclusivamente europeo sotto l'unica autorità della commissione europea. Quello che possiamo chiamare un mercenariato dognalae europeo". Non abbiamo bisogno di "più europa, ma di più sovranità per le nostre nazioni – ha aggiunto – ed è ciò che vogliono i popoli. I paesi più lucidi hanno già ripristinato le frontiere nonostante le minacce della commissione. Non ne possiamo più di questa Ue che interferisce dovuneue ci spinge fuori dai nostri paesi e invade la nostra intimità".
A prendere la parola dopo Le Pen e chiudere la convention è stato Matteo Salvini, che si è lamentato che certi giornali hanno chiamato il convegno di oggi "internazionale nera": "Qui c'è gente per bene, gente coraggiosa e rispettosa. Quegli ‘anti' vogliono un'Europa senza europei". Nel suo intervento, Salvini ha toccato anche punti di politica interna, come la discussione del ddl Cirinnà: "Rispettando scelte di vita di tutti profondamente e ritenendo che discriminare un essere umano per il colore della pelle o l'orienamento sia da imbecilli, se vogliamo pensare che nel 2050 i nostri figli vengano a parlare di futuro o ci vuole l'impegno di una mamma e di un papà o di figli non ne nascono con genitori 1, 2 e 3". Un accenno anche alla polemica sulla visita del presidente iraniano Rouhani e le statue coperte. "Questo non è rispetto – ha detto – questa è fesseria. In Italia combattono per unioni civili e unioni gay e ricevono in pompa magna il presidente di una nazione che li impicca". Per Salvini, dobbiamo difendere i prodotti nazionali, "se lo mangiasse la Merkel il riso della Birmania o latte in polvere da chissà dove, che magari le fa bene".
Poi, l'immigrazione. "Fuori ci sarebbero i buoni? Pagano ogni essere umano – ha aggunto Salvini – finto profugo mantenuto al giorno 40 euro, un tanto al kg. Se sei buono, un essere umano vale zero. E se ne stanno accorgendo, ad esempio il governo svedese, che ha fatto bene. Non sono di sinistra, sono svegli. Noi ci contendiamo tra Italia e Francia la sinistra più rimbambita del continente". Per Salvini l'emergenza immigrazione è un "progetto studiato e finanziato per sostituire i popoli europei con nuovi schiavi da pagare 3 euro all'ora per il loro lavoro. Accogliere chi scappa dalla guerra, aprire le porte a donne e bambini che scappano dalle bombe è un dovere sacro. Ma rispedire a casa loro milioni di persone che non scappano da nessuna guerra è anche un dovere sacro. Mettono persone contro persone: c'è la gerra della disoccupazione e disperazione, non nascono bambini e ci dicono ‘per fortuna che sbarcano'. Questa non è Europa, è un centro commerciale. Se vogliono un centro commerciale se lo tengano".
Sul palco precedentemente si sono alternati interventi di esponenti di partiti conservatori ed euroscettici della Romania, della Repubblica Ceca, Regno Unito – con l'europarlamentare Janice Atkinson, che ha incentrato il suo discorso sul referendum Brexit, "un evento storico che avrà un effetto domino per gli altri" – Polonia, Belgio, Olanda, Austria. "È meraviglioso essere qui in Padania", ha detto di Marcel De Graaf, del Pvv olandese, provocando un'ovazione in sala. Al belga Tom Van Grieken di Vlaams Belang è scappato un "camerati", che ha provocato applausi e qualche fischio, oltre all'imbarazzo di Salvini sul palco.