Europee, il patto tra Renzi e Calenda prende forma, leader Iv: “Lista unitaria o Meloni governa in Ue”
Questa sera si è tenuta una riunione di Renew Europe, alla quale erano presenti anche Matteo Renzi e Carlo Calenda, prima dell'evento al teatro Eliseo di Roma, a cui partecipa anche il presidente di Renew Europe, Stéphane Séjourné. Nel corso dell'incontro, secondo quanto si apprende, il leader di Italia viva ed ex premier ha ribadito l'esigenza di una lista unica alle prossime Europee, come già stabilito dai gruppi parlamentari di Azione e Iv, che si sono riuniti nei giorni scorsi, approvando all'unanimità, sia alla Camera che al Senato, un nuovo documento. L'accordo sembra mettere una pietra sopra le liti dei mesi scorsi, che hanno fatto saltare il partito unico del Terzo Polo. Nessun divorzio in vista insomma: i gruppi parlamentari continueranno a lavorare insieme, con l'impegno di una lista comune di Azione e Italia viva alle elezioni europee 2024, insieme eventualmente a Più Europa e ai liberaldemocratici europei.
Al teatro Eliseo i due leader non sono saliti insieme sul palco, ma solo per motivi di tifo calcistico. Renzi ha chiesto infatti di anticipare l'intervento, come ha spiegato, per arrivare in tempo all'Olimpico da tifoso viola per la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Inter. "Voi pensate che vada alla stadio solo perché sono un tifoso e invece non è così: il presidente del Senato, La Russa, è interista e quindi io vado lì per difendere la democrazia", ha scherzato l'ex presidente del Consiglio.
Calenda: "Lista unica non sia matrimonio di interesse"
Il no al partito unico "è stato un fallimento collettivo", ha ammesso Calenda all'iniziativa di Renew Europe al teatro Eliseo di Roma. "Siamo stati un mese a dirci di chi era la colpa, questa cosa è finita due giorni fa. Ora è necessario tenere il nucleo dei gruppi unici, cessare ogni attacco personale e lavorare".
"Veniamo da un grande trauma che ha colpito la nostra comunità. Abbiamo detto ai nostri elettori che avremmo fatto un partito unico e non ci siamo riusciti. È stato un fallimento collettivo. Non siamo riusciti a fare il partito unico". Per Calenda bisogna ora lavorare sulla lista unitaria ma senza "promettere di più di ciò che possiamo mantenere, sennò ci facciamo male tutti".
"Con Renzi si ferma ogni polemica, non si discute più su questioni di merito, questo sia per quanto riguarda i gruppi che i leader politici. Si valuterà la possibilità di costruire una lista di Renew Europe nei tempi giusti. Non deve essere matrimonio di interesse, ma un processo. Oggi siamo tre partiti distinti che devono collaborare per ottenere i voti. Mi richiamerei, per questo, allo spirito repubblicano di Draghi", ha sottolineato l'ex ministro.
"Non siamo personalità facili. Io e Renzi di sicuro, ma neanche la Bonino (che non è presente all'evento ndr) Del resto, però, le leadership servono. È questa la politica. Il lavoro va fatto con serenità e pragmatismo. Costruendo rapporti di fiducia, rapporti politici, ma verificando la credibilità che quella proposta ha. Nel momento in cui si faranno le liste per le Europee bisogna capire se gli italiani sono pronti a votare un progetto così. È un lavoro culturale molto complicato. Bisogna creare le condizioni. Non ci siamo riusciti come Terzo polo, speriamo di riuscirci come Renew Europe", ha detto ancora il leader di Azione.
"Non bisogna – ha aggiunto – lanciare obiettivi nel vuoto. E lo dico su di me per primo. L'ho fatto sul progetto del partito unico. E poi chiedo time out su tutti i tipi di attacchi". Dopo aver pronunciato questa frase il leader è stato interrotto dai mugugni di una parte della platea. "Volete ricominciare questa storia qua? Così, con questi tipi di comportamento, finisce Renew Europe Italia", ha risposto il leader di Azione. Al termine del suo intervento, è continuato il brusio in platea.
Renzi: "O vince Renew Europe o Meloni governa anche a Bruxelles"
"Noi siamo abituati a pensare alle elezioni europee come un grande sondaggio. Basta con il provincialismo. Noi dobbiamo capire che alle prossime elezioni o vince Renew e blocca il disegno di Meloni'‘ per un'alleanza tra popolari e nazionalisti "o sarà la fine dell'Europa. In Italia serve un po' meno di sguardo diviso e provinciale e un po' più dì consapevolezza del fatto che la partita del giugno 2024 è decisiva per il futuro dell'Europa", ha detto Matteo Renzi intervenendo all'iniziativa di Renew Europe. "Penso che per allargare la famiglia di Renew dovremo guardare alla realtà. Meloni sta cercando di unire conservatori e popolari. Se ci riuscirà avrà fatto un'operazione intelligente perché non si rinchiude nell'area dell'estremismo. Per allargare il nostro schieramento bisogna accettare l'idea che non si possa essere d'accordo con tutti. Se quello che sta accanto a me la pensa in un modo diverso su una cosa, non vado da solo. E non è riferito all'Italia e basta".
"Per me la politica è compromesso. O facciamo questo o manterremo intatta la nostra coerenza e così avremo Giorgia Meloni che governa non solo l'Italia ma anche l'Europa e io questo non voglio che Meloni governi anche a Bruxelles. Mettiamoci in cammino perché siamo già in ritardo".
Magi frena su lista unitaria: "Prematuro parlarne"
"In questi tempi, nell'intervenire tra Renzi e Calenda c'è qualcosa di eroico. È vero che questo è un teatro ma proviamo a intervenire con qualche elemento di realtà. C'è un po' di rammarico per non aver dato a questa discussione la forma di un confronto. Quello che sta accadendo nel Terzo polo, doloroso per molte persone, ha a che fare con il metodo per i processi decisionali. Quando non ci sono democrazia interna, processi decisionali plurali, poi può accadere di tutto. Ad esempio, che quello che è deciso la settimana passata può essere cambiato la settimana dopo", ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi nel corso del suo intervento all'evento organizzato a Roma dal gruppo Renew Europe.
"Farei attenzione a usare lo schematismo dell'equidistanza" tra nazionalisti a destra e populismi sinistra, "poteva valere quando c'era Draghi ma ora al governo c'è la Meloni", ha detto, ricordando che "l'altro giorno a Trudeau, Meloni ha detto che non si sta cambiando nessuna legge sui diritti. Io vengo dalla commissione giustizia della Camera dove la destra ha bocciato il riconoscimento dei diritti dei bambini della famiglia omogenitoriali. Su questo non può esserci una presa di posizione tiepida. Tutti i liberal-democratici in Italia devono insorgere su questo. Ecco questi due punti per noi sono dirimenti" per partecipare a una eventuale lista unitaria alle europee. E a margine dell'intervento, Magi ha specificato: "E ancora prematuro parlare ora di una lista unitaria. Ci sono punti da chiarire, a partire dai diritti… e poi vediamo che succede tra Renzi e Calenda. Noi siamo già andati soli nel 2019, prendemmo il 3,1, siamo rodati".