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Elezioni europee 2024

Europee, Ceccardi (Lega): “Borrell e Macron guerrafondai, non possiamo dare armi a Kiev all’infinito”

Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega e fedelissima di Salvini, candidata alle prossime europee nella circoscrizione Centro, ribadisce la posizione del Carroccio nei confronti dell’Ue: “noi non siamo affatto anti-europeisti, semplicemente vogliamo un’Europa di Nazioni forti che rendano più forte anche l’Ue”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Susanna Ceccardi il Parlamento europeo lo conosce bene, diventa eurodeputata per la prima volta nel 2019, con la Lega, riuscendo a farsi eleggere nella circoscrizione Centro. Fedelissima di Salvini, nel 2020 corre per le elezioni regionali in Toscana, sfidando Eugenio Giani, poi diventato governatore. Ora è candidata ancora nella circoscrizione Centro per le europee dell'8 e 9 giugno, nella stessa lista in cui il generale Vannacci è capolista. Sul tema alleanze in Europa dopo il voto dice: "Riproporre in Ue la maggioranza che abbiamo in Italia, cioè quella di un centrodestra unito e coeso, è ciò che la Lega auspica da tempo. Di sicuro noi non voteremo mai la Von der Leyen e non faremo mai accordi con i socialisti".

Durante un appuntamento elettorale a Prato con Matteo Salvini è stata contestata da un gruppo di attivisti, soprattutto appartenenti al gruppo ‘Non una di meno', Ci racconta cosa è successo?

Quando sono arrivata all’appuntamento ho visto alcune decine di persone, credo fosse un gruppo di cosiddette ‘trans-femministe’, che ci contestavano. Ho intravisto alcuni loro cartelli, su cui campeggiavano scritte come "Gesù trans morto per la nostra libertà" e "Scuole chiuse per il Ramadan, non per Natale". Mi sono avvicinata molto tranquillamente per chiedere loro lumi su quegli slogan e per confrontarmi, dialogare. Invece sono stata subissata di insulti e minacce, un manifestante avrebbe anche voluto aggredirmi fisicamente. Purtroppo mi sono trovata di fronte alle solite frange di estrema sinistra che proprio non riescono a capire come tutti, in democrazia, abbiano diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, non solo che la pensa come loro. Sono quelli che, con la complicità dei partiti di centrosinistra che gli strizzano l’occhio per motivi elettorali, si sentono in diritto di distruggere le sedi dei Pro Vita e vandalizzare i miei manifesti per i diritti delle donne musulmane. Che vorrebbero decidere chi può parlare e chi no, chi può stare in un posto e chi no. In una parola, anti-democratici.

La cacciata di Alternative für Deutschland da Identità e democrazia è un fatto positivo per voi? Quello che è successo con le dichiarazioni di Maximilian Krah, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

Penso sarebbe sbagliato limitare la chiave di lettura dell’espulsione della delegazione di AfD dal nostro gruppo a meri calcoli elettorali. Quanto è successo, con le dichiarazioni sulle SS da parte del loro candidato di punta, è grave e inaccettabile. Parole fuori luogo che non si possono in alcun modo condividere. È normale e opportuno che il gruppo, dopo la serie di incidenti che hanno coinvolto AfD, abbia voluto prendere le distanze.

Il tentativo di Meloni è quello di dare vita a un’alleanza alternativa da quella Ursula, magari aprendo anche alle destre diciamo "più estreme", e riproponendo in Ue la maggioranza italiana. Tajani però ancora una volta ha detto che finché la Lega sarà con Id, nessuno farà accordi con la Lega. Perché nel Ppe non vogliono fare alleanze con forze anti-europeiste. Come si risolve questo rebus?

Riproporre in Ue la maggioranza che abbiamo in Italia, cioè quella di un centrodestra unito e coeso, è ciò che la Lega auspica da tempo. Di sicuro noi non voteremo mai la Von der Leyen e non faremo mai accordi con i socialisti, cosa che invece Tajani parrebbe propenso a rifare, stando a quel che dice. Voglio però sottolineare che noi non siamo affatto anti-europeisti, semplicemente vogliamo un'Europa di Nazioni forti che rendano più forte anche l'Ue, visto che in questi anni di ‘più Europa’ a tutti i costi, sia gli Stati nazionali che l'Europa stessa si sono notevolmente indeboliti e impoveriti.

La candidatura di Vannacci ha provocato qualche mal di pancia nella Lega. C’è chi ha detto che la candidatura del generale è stata "un'altra scelta non condivisa, voluta da Salvini". Lei pensa che porterà voti alla Lega?

Io penso che la candidatura da indipendente del generale Vannacci rappresenti un tributo alla libertà di pensiero e di espressione e che faccia onore a chi l'ha proposta. C'è chi candida persone accusate per reati gravi e chi invece candida un uomo che ha sempre servito e difeso la Patria. Vannacci può rappresentare un valore aggiunto per la Lega, oltre che erodere punti percentuali all'astensionismo e aumentare la partecipazione al voto, una cosa che dovrebbe essere considerata positivamente da tutti.

Salvini ha definito Borrell un "bombarolo", dopo che l’Alto rappresentante Ue per gli Esteri ha aperto alla possibilità che Kiev colpisca la Russia anche nel suo territorio, con le armi fornite dai Paesi europei. Lei è d’accordo con la definizione di Salvini? Quali rischi vede?

Sono completamente d’accordo. In quale altro modo andrebbero definiti, se non come bombaroli e guerrafondai irresponsabili, quei rappresentanti istituzionali e politici che soffiano sul fuoco del conflitto col rischio di scatenare la terza guerra mondiale? Intendo Macron, Borrell, Mario Monti. La Lega ha una posizione chiara su questo: l’obiettivo deve essere la pace, non la guerra. E la strada per raggiungerla è la via diplomatica, non quella delle minacce e delle armi.

Nel vostro programma sottolineate l'impegno "a sostenere il diritto di autodifesa dell’Ucraina, con la consapevolezza di dover perseguire, allo stesso tempo, tutti gli sforzi diplomatici per arrivare a una soluzione condivisa e porre fine al conflitto anziché favorire sconsiderate escalation militari, come auspica qualche leader europeo". Oltre a potenziare gli sforzi diplomatici, bisogna continuare a mandare armi all’Ucraina?

La Lega, sia in Italia al Governo e in Parlamento, che in Europa al Parlamento Europeo, ha votato e sostenuto ogni provvedimento a favore dell’Ucraina e contro l’invasore russo, compreso l’invio di armi. Il nostro sostegno a Kiev non è mai venuto meno. È chiaro tuttavia che questo non può e non deve andare avanti all’infinito, gli sforzi e l’impegno di tutti, a cominciare dalle istituzioni europee, devono essere diretti verso la pace, affinché ai fucili e alle bombe si sostituisca la diplomazia.

La vostra posizione sull’esercito europeo si distanzia da quella degli altri partiti. Salvini ha infatti dichiarato: "Siamo contrari all’idea della costituzione di un ‘esercito europeo'". Ci può dire perché?

Perché tutti gli eserciti hanno bisogno di un comandante, di qualcuno che decide. E come nella politica economica e fiscale in Europa comanda la Germania, così in quella militare e di politica estera comanderebbe e deciderebbe la Francia. Abbiamo già visto con le primavere arabe e con la violenta deposizione di Gheddafi, purtroppo, quanti danni possano fare all’Italia decisioni prese sulla scorta della volontà di altri Stati, i cui interessi in politica estera non coincidono con i nostri. Perché alla fine il punto centrale della questione è proprio questo: a cosa serve un esercito comune europeo senza una linea comune in politica estera? Il problema, dunque, mi sembra stia a monte. E se qualcuno in Europa davvero pensa di mandare a combattere e morire al fronte i nostri ragazzi, si sbaglia di grosso.

Cateno De Luca vi ha fatto causa, ha detto che la Lega ha copiato il suo slogan "Meno Europa, più Italia". È così?

Non conosco lo slogan o il programma di Cateno De Luca, mi sembrano accuse strumentali che lasciano il tempo che trovano. Noi diciamo "Meno Europa, più Italia" perché vogliamo un’Europa che faccia meno cose e le faccia meglio, senza ingerenze nelle competenze dei singoli Paesi, e la Lega porta avanti queste istanze da lungo tempo, non solo dalla campagna elettorale, mi pare che su questo possiamo essere d'accordo senza timore di smentita. Questi ultimi anni hanno evidenziato tutti i limiti e le contraddizioni di un'Europa che purtroppo non funziona e che di fronte alle sfide più importanti è venuta a mancare, dimostrandosi irrilevanti nella migliore delle ipotesi, dannosa nella peggiore.

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