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Speciale Elezioni europee 2019

Europee, Calenda: “Zingaretti ha detto sì a lista unica, ma senza simbolo Pd. E sbaglia”

L’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è intervenuto in radio sulle elezioni europee 2019, parlando del suo manifesto ‘Siamo Europei’. Calensa sarebbe pronto a candidarsi: “Se fanno una cosa bella, di qualità, con persone nuove, brave, sì. Se invece è una finta roba che nasconde semplicemente il Pd, no”
A cura di Annalisa Cangemi
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"Ci sarà una lista unica per le elezioni europee, che non si chiamerà Pd. Lo ha detto lo stesso Zingaretti che vuole togliere il simbolo, cosa secondo me sbagliata. I simboli possono stare sotto il simbolo della lista unica". Lo ha detto Carlo Calenda a ‘Un Giorno da Pecora su Radio 1 Rai', parlando del suo progetto lanciato con il manifesto ‘Siamo Europei', sottoscritto da tutti e tre i candidati a segretario Pd e "firmato da centinaia di sindaci e già da oltre 200 mila persone".

Il nuovo segretario Nicola Zingaretti e governatore del Lazio quel manifesto l'ha sottoscritto. "Sotto ci saranno i vari simboletti dei partiti. Da questa lista sono esclusi quelli favorevoli ad accordi nazionali con Pd e 5S", ha spiegato Calenda. La Bonino pare abbia detto di no, hanno rimarcato i conduttori. "Io sono convinto che invece loro verranno. Con me hanno parlato ma dovranno parlare col nuovo segretario del Pd". Calenda potrebbe anche candidarsi per le prossime elezioni europee 2019: "Se fanno una cosa bella, di qualità, con persone nuove, brave, sì. Se invece è una finta roba che nasconde semplicemente il Pd, no. O si fa un Pd allargato, cosa che non credo serva, oppure si fa una cosa che è veramente il cuore oltre l'ostacolo: costruire una lista che metta insieme rappresentanza di popolari, liberaldemocratici e socialdemocratici". In quest'ultimo caso farebbe sarebbe disposto a fare il capolista.

Ieri Calenda si è dato da fare come scrutatore alle primarie Pd: "Ho votato annullando la scheda, facendo numero ma senza esprimere preferenze, ho barrato tutti e tre i nomi: una roba molto democristiana – ha raccontato l'ex ministro dello Sviluppo economico – Ieri da scrutatore sono stato al gazebo 12 ore, è stato bellissimo, stupendo. Ho dovuto anche prestare a due signore i due euro per il voto, e una delle due era molto ricca…Ho comprato anche una decina di ciambelle, di quelle fritte, con lo zucchero sopra: alcune le ho date a Gentiloni, le altre le ho lasciate da una parte e non ne ho ritrovata una…", ha aggiunto.

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